domenica 16 novembre 2008

Holliwood a Coreglia ?




Holliwood a Coreglia ? Quale può essere la connessione ? L'unica connessione è un figurinaio emigrante di nome Mansueto Rigoli che nel 1888, assieme a 94 suoi compaesani, decise di emigrare dal paesello della lucchesia verso gli Stati Uniti d'America. Questo figurinaio di statuine di gesso era il bisnonno di una attrice, premio oscar. Posso dare queste notizie in esclusiva perchè incredibilmente sono stato coinvolto nella trasmissione televisiva della NBC americana che ha ripercorso con la protagonista le vicende delle sue origini.
Una mattina, mentre spiegavo ad un gruppetto di turisti americani alcuni dettagli storici su Lucca, una signora si avvicina e mi dice in inglese:" Lei è la persona che fa per noi. Mi può dare per cortesia un suo biglietto da visita ?" Le porsi con piacere il biglietto e per me tutto era finito li. Invece, dopo alcuni giorni, mi hanno chiamato niente meno che da Holliwood (credevo fosse uno scherzo!) e mi hanno chiesto se ero disponibile a partecipare ad una trasmissione che avrebbe coinvolto un personaggio importante americano nelle vicende storiche della lucchesia. Secondo voi che ho fatto? Ho accettato !Così, giovedì scorso, mi sono incontrato la sera in hotel con lo staff e la regista della trasmissione per mettere a punto i dettagli. Mi hanno fornito di una traccia scritta, una specie di copione. In tre fogli in lingua inglese si delineavano con correttezza le tappe storiche nelle quali i figurinai coreglini affinarono le loro tecniche scultoree e dove si descrivevano i caratteri sociali e le motivazioni che spinsero queste persone ad emigrare. A quel punto ho chiesto chi era il personaggio. Guardandosi tutti negli occhi con compiacimento e complicità la regista alla fine mi dice: "Susan Sarandon !" ed un pò inpacciato mi è toccato rispondere " E chi è Susan Sarandon, please ?" Ora dovete sapere e credermi che il sottoscritto non segue più di tanto il cinema in genere e i nomi degli attori non mi si fissano più di tanto nella mente. E' stato quindi un pò imbarazzante doverle chiedere che film questa attrice aveva fatto. Dopo everne sentiti una sfilza, quando sono arrivato a "Telma e Luise" ho finalmente capito.
Così la mattina seguente, in una Coreglia umida, grigia e un po freddina, le stradine deserte si sono tramutate in un animato set televisivo. E' arrivata la diva con il suo autista ed uno staff personale composto da una amica, una truccatrice che non le faceva fare un passo senza applicarle un ritocco quà e là, e una parrucchiera che sembrava nell'abbigliamento, acconciatura e viso, Crudelia Demond.
Dopo una sommaria e rapida presentazione abbiamo cominciato le riprese di fronte alla statua commemorativa del figurinaio coreglino. Avevo imparato bene la lezioncina ed ripeterla con una certa naturalezza è stato semplice e divertente. Non mi hanno mai interrotto nella mia esposizione che, a dire il vero, è stata quasi un monologo intervallato da due o tre domande dell'attrice.
Poi ci siamo spostati nel museo della figurina di gesso ed anche qui il monologo si è protratto con l'unica variante della spigazione di fotografie relative al bisnonno e statue varie che ogni tanto le mostravo. Siccome tutti i salmi finiscono in gloria, abbiamo terminato la mattina con una mangiata comune nel ristorantino ( L'arcile) li a fianco, a base di prelibatezze locali (vi raccomando le lasagne ai funghi e il cinghiale in umido con polenta). Che dire, una bella esperienza, che è stata suggellata dall'autografo di rito sopra il famoso gattino di gesso, simbolo dei figurinai coreglini.
Nel mio prossimo intervento scritto, parlerò più diffusamante di loro e delle incredibili perle nascoste di Coreglia.

Gabriele Calabrese

venerdì 7 novembre 2008

Facciata di una chiesa



Guardate il dettaglio di questa facciata. Dentro questo riquadro si trova un mondo e forse anche qualcosa di più. Nel primo decennio del XIII secolo, a Lucca come noto, maestranze comacine, coordinate da esperti capimastri, intrapresero la costruzione delle facciate rispettivamente delle chiese di San Michele in Foro e del Duomo di San Martino. Si trattò in pratica di giustapporre vere e proprie quinte scenografiche agli impianti architettonici preesistenti, sostituendo il design delle originali facciate. Potrebbe sembrare un operazione di "maquillage" o "make up" come dir si voglia. In realtà dietro queste facciate intarsiate troviamo una svolta epocale.
Molto dipende da quale punto di vista vogliamo affrontare l'argomento.
Potremmo disquisire solamente delle decorazioni, oppure solo delle tecniche costruttive, oppure solo degli aspetti sociali, culturali, religiosi e politici del tempo.
Tuttavia questi elementi nelle facciate si trovano strettamente correlati fra di loro come in una mappa con dei codici di lettura evidenti ma difficili da sciogliere e quindi leggere e comprendere.
Ditemi quindi Voi, gentili lettori, da dove dobbiamo cominciare.
G.

giovedì 6 novembre 2008

Lucca coordinatrice italiana delle città d'arte


Si è tenuto nei giorni scorsi un convegno a Lucca sulle città d'arte. Tanti discorsi di sindaci italiani volti a ricevere fondi per le amministrazioni locali. Una volta che Lucca li avrà ricevuti,(cosa che sinceramente mi auguro) come li spenderà? Per costruire nuovi inutili mega stadi di calcio nelle ultime zone verdi ai limiti della città? Per decentrare attività commerciali in periferia a vantaggio di nuovi mega centri commerciali? Per ghettizzare i pochi abitanti del centro in un anello di mura privo di funzionalità per abitarvi? Dove sono le politiche turistiche comunali per i prossimi anni concordate con cultura e commercio? Chi è oggi l'assessore al turismo del comune di Lucca? Il Sindaco ?
Domande che volano nell'aria senza avere ancora risposte serie!
Gabriele

martedì 4 novembre 2008

Leggende antiche legate ad un "sasso"
















Questo testo relativo ad una leggenda popolare lucchese, è tratto da un interessante sito( http://sacrumluce.sns.it ) che tratta del culto mariano a Lucca. La leggenda che segue, ci lega ad un 'altra sempre relativa ad un sasso scagliato contro un'immagine religiosa che ho casualmente scoperto passeggiando per Pisa e che narrerò dopo questo primo testo introduttivo.

La Madonna del Sasso

Un´antichissima leggenda racconta di un soldato che in preda alla rabbia per aver perso nel gioco delle carte, bestemmiando, lanciò un sasso contro un´immagine della Madonna L´affresco, definito come bizantino nelle fonti antiche ma attribuibile al XIII secolo, si trovava nel posto di guardia situato nei pressi del teatro romano, vicino alla antica chiesa di S. Salvatore in Muro . La Vergine con un gesto sollecito, spostò il Bambino Gesù, che sorreggeva sul lato destro, dalla parte opposta e immediatamente si aprì una voragine che inghiottì l´empio giocatore: quanti erano accorsi, richiamati dal compagno di gioco impressionato per l´accaduto, videro che dalla spalla della Madonna, colpita dal sasso, fuoriuscivano gocce di sangue.
I Padri agostiniani, che dal 1332 ebbero la cura della chiesa di S. Salvatore in Muro reintitolata a S. Agostino, incrementarono la devozione nei confronti della prodigiosa immagine. Essa fu ospitata dal 1369 in una apposita cappella, commissionata dalla nobile famiglia dei Boccella i quali ne mantennero la cura nei secoli seguenti come testimoniano i lavori di abbellimento e ampliamento finanziati da Francesco Boccella nel XVII secolo.
Diverse pratiche di pietà, nel tempo, caratterizzarono il culto della Madonna del Sasso, tra cui la celebrazione di una S. Messa solenne nel giorno di Sabato, una processione con la reliquia del Sangue di Maria, e il canto delle Litanie Lauretane la sera dopo Compieta.
Il 30 aprile 1690 l´effigie fu solennemente incoronata da un delegato del Capitolo Vaticano. Dopo tale celebrazione, alle cui spese contribuì il Senato della Repubblica che prese parte in forma ufficiale anche alla cerimonia, la devozione verso l´immagine si diffuse oltre che a Lucca, in altre parti della Diocesi.
A Pescaglia ad esempio secolo è venerata dalla fine del XVII la Madonna delle Solca , così detta dal nome della località dove sorge il santuario dedicato a questa copia della Madonna del Sasso, dipinta nel 1644 e donata dal Padre Agostiniano Angelo Bartelloni, nativo di Pescaglia, oggi conservata nella chiesa parrocchiale di S. Pietro e Paolo.

A Pisa invece, in fondo a via San Martino, nel canto di un vicolo si trova invece una edicola votiva con al centro un crocifisso. Sotto, una lapide ricorda un avvenimento miracoloso di tutto rispetto. "Una mano empia" aveva scagliato un sasso control'immagine sacra ed il sasso....era rimaso sospeso in aria per un tempo indefinito senza colpire il bersaglio. Lo stesso sasso lo si può notare accanto al crocifisso in questione dentro l'edicola ( vedi foto ). Il fatto sorprende ancor di più quando si nota la data dell'evento, e cioè nella prima metà dell'800 poco prima dei moti iniziali per l'unità d'Italia.
G.

domenica 2 novembre 2008

Comics Lucca 2008:gruppi










Questi sono solo alcuni gruppi fotografati ieri Sabato.
Quale sono per voi i migliori ?
G.

sabato 1 novembre 2008

Tutti pazzi per i...Comics



Ci siamo. Sono arrivati e sono tantissimi. Sono gli amanti dei fumetti e sono essi stessi i protagonisti della fantasia disegnata. Un oceano di ragazzi e ragazze multicolori che con spensieratezza ed allegria, in gruppo o da soli, amano esibirsi per un giorno nei panni dei loro eroi di cartone. La seriosa e riservata Lucca oggi ha cambiato anch'essa i suoi panni offrendosi al meglio alle migliaia di visitatori che l'hanno invasa. Questa manifestazione è cresciuta enormemente negli ultimi tre anni e devo dire in meglio. Avevo anche io le mie riserve in proposito, ma vedendo questa moltitudine ordinata ed allegra ho messo da parte ogni pregiudizio e ho cominciato a scattare foto.
Ne ho per tutti i gusti. Suddividerò le foto scattate in tematiche: Il gruppo più bello, la foto meglio riuscita, il personaggio più sexy, il più eccentrico ecc.
Per il momento comincio così ( e poi dicono che le guide turistiche sono troppo serie ).
Ne vedrete delle belle !
G.

venerdì 31 ottobre 2008

Halloween.Un uomo cornuto (ma non è il diavolo!)



Halloween ? Ebbene non mancheranno certo su questo blog alcune righe sul mistero, diavoli e compagnia bella! Come si è soliti fare a Lucca in simili circostanze è giusto quindi omaggiare il ricordo della Bella e terribile Lucida Mansi. La stessa cosa, credo, la si potrebbe fare con il Conte Ugolino a Pisa, che al di là della leggenda, giustamente si merita un posto all'inferno di dantesca memoria, per aver sbranato figli e nipoti. Visto però che in questi giorni Lucca è la capitale del fumetto e della fantasia ci rivolgeremo dalla parte "...di quei monti per cui i pisani veder Lucca non ponno."
Torniamo quindi a Lucca e a Lucida. Agli inizi del seicento andò in moglie in seconde nozze dell'anziano e ricco mercante Gaspare Mansi. Per la sua bellezza e la sua ossessiva vanità e lascivia, si dice che la giovane donna avesse innumerevoli amanti. Per questa ragione la donna fu ripudiata dal marito e isolata dalla famiglia. A questo punto la leggenda vuole che andasse a vivere da sola in un sontuoso palazzo, ma quale palazzo fosse non è dato sapere con certezza, in quanto tutte le versioni della leggenda tendono a identificarlo con edifici che fanno tornare oggi il conto ai paesi, alle contrade o ai possessori che ne sono i proprietari o i vicini.
L'Associazione industriali di Lucca attuale proprietaria di palazzo Bernardini, afferma che fosse quest'ultimo il luogo della perdizione, considerando inoltre il fatto che su di una finestra vi è una pietra che si dice sia stata piegata dal diavolo, e ne parleremo ! La comunità di Borgo a Mozzano ne rivendica invece i luoghi dove si svolsero i fatti narrati, perchè lì vicino c'è una villa un tempo dei Mansi e non si può fare certo torto poi al ponte del paese che si dice sia stato eretto nietemeno che dal diavolo! A santa Maria del Giudice esiste una villa, ora hotel, il cui proprietario, strizzando l'occhio agli avventori, asserisce senza ombra di dubbio che Lucida circuisse ed amasse in quelle camere tutti i suoi uomini. E per ultimo il palazzo Mansi, ora museo nazionale, dove nessuno dice niente e pretende niente, ma l'alcova c'è e ...ne deve aver viste di tutti i colori (vedi foto) ! Del resto il ritratto arcigno di Gaspare si trova proprio sulla rampa delle scale quasi ad ammonire chiunque salga di non mettergli altre corna.
Ovunque sia stato ubicato il palazzo la leggenda racconta che Lucida fece un patto con il diavolo per non invecchiare. In cambio gli averbbe donato i corpi e le anime dei sui amanti.
Allo scadere del contratto il diavolo si presentò puntuale e nonostante una disperata fuga della donna per cercare di fermare il tempo sulla torre civica delle ore, Lucida fu portata via su di una carrozza di fuoco nel più profondo degli inferi nel luogo dove oggi si trova il giardino botanico, un tempo invece cimitero sconsacrato per i condannati a morte che avevano rifiutato i sacramenti.
Un cosa che pochi sanno è che in Germania, memori i tedeschi della analoga storia di Faust, a pochi anni dagli eventi leggendari di Lucida (XVII sec.)venne pubblicato un libro su questi fatti lucchesi che ebbe un certo successo. Si narravano le incredibili feste della donna perduta nel suo fantastico palazzo dove la notte stupende statue marmoree in atteggiamenti lascivi di donne e di fauni, prendevano magicamente vita danzando tutta la notte. Le fontane zampillavano vini preziosi e musica e bagliori di luci colorate si potevano vedere e ascoltare perfino in lontananza. Ciò dimostra quanta eco ebbe questa storia lucchese che fu in sostanza la progenitrice di tante analoghe storie europee, fra le quali ricordiamo quella inglese del celebre Ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde.
Gabri.

giovedì 30 ottobre 2008

Una storia romantica. Lucca e Firenze



Dopo i festeggiamenti pisani, certamente apprezzati, il re di Danimarca aveva però un chiodo fisso: Lucca e la bella Maddalena. E tanto fece e tanto chiese che finalmente potè partire per rivedere la città e i luoghi che anni prima lo videro un giovane principe a caccia di avventure galanti.
Giunto a Lucca fu ancora una volta ospitato in casa Mansi a San Pellegrino.
La Republica lucchese questa volta lo volle onorare con un quadro dipinto dal locale artista Domenico Lombardi (visibile in alto) detto il diecimino che ancora si trova alla base della scala interna del palazzo. Le accoglienza anche questa volta furono diplomaticamente calorose (in alto gli anziani lucchesi che escono in corteo dal palazzo pubblico), ma credo che tutta l'atmosfera si sia raffreddata notevolmente quando il sovrano certamente chiese notizie della giovane Maddalena. Con gentile garbo gli fu detto che l'amica di un tempo aveva preso il velo delle suore di clausura presso un convento firentino. Per niente scoraggiato il Re chiese allora, con disarmante semplicità, di poterla incontrare direttamente nella cella del convento. Mi posso ora immaginare le facce dei presenti per tale richiesta. Sconcerto? Incredulità? Irritazione a tanta regale impertinenza? Forse un misto di tutti questi sentimenti aleggiava nelle menti dei ben pensanti nobili lucchesi. Ma la castagna bollente ora passava al Duca di Firenze ed ancor di più al Vescovo di quella diocesi.
Non ci fu niente da fare di fronte alla cocciutaggine del re. Il Duca facendo pressioni sul Vescovo, lo obbligò a concedere una dispensa particolare affinchè il Re danese potesse incontrarla con le modalità che aveva richiesto. Il Re quindi giunse a Firenze. Una targa posta sopra la porta medioevale di San Gallo ricorda l'evento. Le cronache narrano che il re si soffermò in privato nella cella della bella Maddalena per più di un ora. In quel frangente in tutti i monasteri della Toscana le suore pregarano perchè Maddalena convertisse al cattolicesimo il re protestante. Cosa si dissero o cosa avvenne all'interno della cella non è dato sapere. Sappiamo invece che il re uscì in lacrime dall'incontro e dopo quello ve ne furono altri cinque. Come finisce la storia ? Finisce così,con una giovane in convento ed un re che ha continuato a spassarsela nel suo bel regno del nord; non certo come quella di Biancaneve o cenerentola. E quindi alla fine come cantavano quando ero bambino le mie belle fiabe sonore..."Finisce così, questa favola breve se ne va...ma un'altra ne avrete. C'era una volta, il cantafiabe dirà ed un'altra favola comincerà!".
G.

martedì 28 ottobre 2008

Una storia romantica. Pisa.







Non passarono molti anni dal suo viaggio in Italia, ed il principe Federico, alla morte del padre Cristiano V, divenne re. Subito volle mettere in pratica ciò che aveva visto ed apprezzato durante il suo soggiorno mediterraneo. Costruì nuovi palazzi nello stile italiano e francese, intraprese riforme volte a umanizzare le condizioni dei più poveri e costruì teatri per lo spettacolo e la musica. Il ricordo di Maddalena era sempre vivo, nonostante si fosse sposato con Luisa di Meclemburgo. Forse quei nuovi palazzi con i giardini e la musica che ascoltava nel nuovo teatro gli ricordavano quei momenti di felicità trascorsi tempo addietro nella piccola repubblica toscana. Il sovrano decise allora di inviare alla sua amata un medaglione con una miniatura che lo raffigurasse come re e forse (chi può dirlo) come futuro sposo. Non ci si deve stupire di questa supposizione visto che alcuni dicono che in seguito fu accusato addirittura di bigamia.
Non passò però molto tempo che il re ricevette a sua volta da lei un dono ma....il suo sconcerto alla vista di questo, fu enorme. Il regalo consisteva in un piccolo crocefisso accompagnato da poche parole: "Ora questo è il mio nuovo sposo".
Sino a quel momento forse il re non si era reso conto di quanto lontana potesse essere per lui, re si, ma protestante, la mano di una nobile cattolica lucchese. Era passato più di un secolo da quando Lucca aveva assaporato il pericoloso germe dell'eresia calvinista che aveva rischiato di compromettere l'indipendenza della piccola repubblica lucchese. Erano tempi lontani e da allora il più severo cattolicesimo regnava nelle case dei mercanti locali. Era suora, l'avevano costretta a rinchiudersi in uno dei molti monasteri locali. Il re ne era certo. O forse c'era una speranza. La speranza che non avesse preso ancora i voti. Non tutto era perduto ma bisognava agire in fretta e ...partire.
Ed il re partì ancora una volta per la Toscana. Ora però tornava da re, e la diplomazia esigeva che gli onori di casa fossero fatti per primi al Granduca di Toscana. La nave che l trasportava sarebbe infatti approdata a Livorno e con un battello leggero, risalendo l'Arno, la prima tappa sarebbe stata Pisa. Le cronache raccontano che Pisa lo accolse con tutti gli onori del caso. Una volta sbarcato soggiornò presso il palazzo Civoli, in via San Martino, adeguatamente restaurato per l'occasione. Per lui erano state affrescate appositamente numerose camere dai pittori Ferretti e Gherardini (vediamo nelle foto la camera dell'alcova e le altre stanze). Gheradini in particolare fu dal re così apprezzato che lo seguì di nascosto in Danimarca. Probabilmente furono anche allestiti dei giochi come quello del ponte ed altri intrattenimenti (Nelle foto: la targa celebrativa del soggiorno del re posta sopra l'ingresso di palazzo Civoli, la camera dell'alcova, le stanze laterali dove si vede l'incoronazione della giovane Danimarca e i continenti che lo plaudono come re, il gioco del ponte nel settecento a Pisa).

lunedì 27 ottobre 2008

Una storia romantica





Comincia con queste righe una storia che racconterò in tre puntate, più o meno seguendo le coordinate dei tempi e dei luoghi che l'hanno vista svilupparsi.
"C'era una volta un principe che viveva in un regno freddo e lontano. Dopo aver combattuto molte guerre dure e vittoriose, volle infine volgere i suoi interessi non all'odio ne alla sofferenza, ma alla bellezza e alla conoscenza. Partì quindi dal suo regno per visitare terre più calde e più miti e vi trovò...l'amore" La nostra storia potrebbe cominciare con questi toni sdolcinati e forse è proprio così che è cominciata.
Il principe azzurro in questione era Federico IV di Danimarca e Norvegia. In vista delle guerre del nord che gli valsero poi l'annessione della Norvegia, il giovane principe, personalità brillante, colta ed estroversa, decise di intraprendere prima un viaggio che aveva come meta l'Italia.
Correva l'anno 1698. Dopo un lungo viaggio attraversando l'Europa intera, il principe, non si capisce bene il perchè ed il percome (cercherò documenti in merito), volle fermarsi proprio nella piccola Repubblica di Lucca. Una Repubblica che veniva detta già a quel tempo "nana", non per le dimensioni dei suoi abitanti, che non erano certo quelli di Lilliput, ma bensì per le ristrettezze dei suoi confini, così com'erano circondati da ogni parte da quelli estensi e fiorentini. Una cosa poteva vantare però la piccola e pacifica repubblica toscana sin dall'antichità: una capacità di relazioni internazionali di primissimo piano intessute da ambasciatori con grandi doti diplomatiche. Eredità ricevuta grazie alle colonie mercantili lucchesi di tempi ormi lontani, ma che avevano lasciato un segno duraturo nei suoi dirigenti nel saper mediare e convincere. E' forse grazie a queste relazioni che il principe volle fermarsi a Lucca.
Nonostante la fama di "parsimoniosi" da sempre attribuita ai lucchesi, narrano le cronache che il governo della piccola capitale, come era uso fare in simili occasioni, non badò a spese per ben ingraziarsi i favori di un personaggio di tale rango. Fu cosi che si allestirono sontuosi banchetti nei più prestigiosi palazzi cittadini da poco restaurati. Palazzo Mansi fu il luogo dove soggiornò a spese dello stato. Gli intrattenitori incaricati dalla repubblica lucchese, lo favorirono in ogni circostanza facendogli trascorrere un soggiorno indimenticabile ma ciò che lo rese unico fu.... la freccia di cupido. Si narra che durante una splendida festa a casa Controni, nei giardini del palazzo il principe incontrasse lo sguardo di una bella dama lucchese: Maddalena Trenta. Il principe se ne innamorò subito perdutamente e questa lo ricambiò accompagnandolo per il resto della sua permanenza il lucchesia. Molti altri furono i ricevimenti e fra questi va segnalato lo spettacolo che si allestì nel nuovissimo teatrino di corte della villa Santini a camigliano. Il principe alla fine parti per il suo regno del nord, ripromettendosi una volta re di tornare dal suo amore lucchese. Continua...
Gabri

domenica 26 ottobre 2008

Gli studenti di Lucca 2008



Dopo aver visto gli studenti in sciopero a Pisa, ieri ho visto una notevole quantità di studenti in corteo a Lucca.
Onestamente il corteo con gli studenti esagitati delle medie superiori non mi ha impressionato più di tanto: soliti slogan, solite invettive al ministro dell'istruzione di turno, solita voglia di alcuni di fare colpo sugli altri, poca volglia di studiare, tanta voglia di far casino, musica tricche tracche e noccioline.
Non erano diversi da alcuni di noi alla loro età. Ciò che mi ha invece colpito erano gli studenti universitari delle varie facoltà. Organizzatisi con quelli di storia dell'arte quest'ultimi, la mattina prima della manifestazione, hanno illustrato la città e i monumenti ai loro compagni improvvisandosi guide turistiche. Era un modo propositivo come dire: noi sappiamo e vogliamo mostrare come lo sappiamo fare, noi non siamo degli "scioperati" qualsiasi, noi non sappiamo fare solo casino, noi studiamo e siamo capaci di coinvolgere.
A questi dico solo BRAVI! Li ho ammirati e mi sono per un attimo sentito studente come un tempo fra gli studenti. Non conosco nei dettagli i motivi della protesta studentesca, nonostante le martellanti trasmissioni televisive. Comunque sia il problema dell'istruzione italiana esiste.
G.

sabato 25 ottobre 2008

Pellegrini


Due uomini e una strada davanti a loro. Questi sono i pellegrini; i grandi ricercatori in viaggio per trovare la via. Li nomino tutti i giorni, ed ogni giorno sempre con un tocco di invidia e di rispetto in più. alcuni anni fa ne parlavo solo come un lontano ricordo che aveva segnato nel medioevo la vita di molte città, fra le quali Lucca, lungo la via Francigena che da Santiago de Compostela portava a Gerusalemme. Oggi, che non sono più tanto giovane, provo come un qualcosa di intimo che mi spinge a provare quell'esperienza che, se Dio vorrà, dovrò intraprendere. Lo dovrò fare per me e per gli altri. Vedere questi due pellegrini che entrano incuriositi e rispettosi nella chiesa di San Michele in foro, me lo conferma. Chilometri e chilometri, passo dopo passo, incuranti della pioggia e del sole.
Eroi solitari che riscoprono una dimensione oggi quasi perduta. Ne ho incontrati molti, ma il primo che ho incontrato nel 1997, mi ha cambiato la vita. Pochi forse mi crederanno leggendo le righe che seguono, ma è la verità. Dovevo accogliere per conto dellla provincia di Lucca il primo pellegrino spagnolo che veniva a piedi da Roma per dirigersi verso Santiago. Con me, oltre alle istituzioni locali ed altri personaggi notabili, mia moglie che a quel tempo aspettava mia figlia.
Giunse il pellegrino. Era una persona semplice e forte, sui quaranta anni ( ex legionario spagnolo pentito)che traspirava energia e positività da tutti i pori. Dopo avermi chiesto chi era tutta quella gente che lo aspettava, invece di soffermarsi a ricevere tutte i discorsi e le manfrine di rito, chiese di vedere il Volto Santo. Mi offrii in seguito di portargli lo zaino perche doveva raggiungere Valpromaro verso Camaiore a diversi chilometri da Lucca. Si rifiutò.
Tutti lo aspettavano per abbuffarsi in un pranzo luculliano in un ristorante del luogo. Lui mangiò solo un pasto fruguale e salutò i presenti, ma prima di partire chiese il numero di telefono a me e mia moglie e disse: "Vedrete che vostro figlio nascerà per il giorno di San Giacomo. Vi telefonerò qualche giorno dopo !".
Mia figlia Angelica è nata il 25 di luglio del 1997, giorno di San Giacomo e lui mi telefonò qualche giorno dopo con grande semplicità e naturalezza raccontandomi l'ultima tappa del suo viaggio.
G

venerdì 24 ottobre 2008

Personaggi da comics











Per le strade di Lucca si respira già l'aria dei comics. Lucca, la capitale europea dei comics and games, si prepara al grande evento dei primi di novembre. Le piazze del centro cittadino sono già pronte per ospitare nelle tensio-strutture migliaia di appassionati del fumetto. Anche se fra i locali vi sono pareri discordi sull'utilizzo delle piazze monumentali per questa manifestazione ( i fantastici scorci delle chiese monumentali e le più belle piazze come L'anfiteatro vengono frustrate da tendoni stile emergenza terremotati ),dobbiamo riconoscere nel contempo che la città per tre giorni si animerà di giovani, di colori e di spensieratezza. Un prezzo che si può e si deve pagare visto anche l'introito in termini di danaro al quale i "bottegai" lucchesi certo non rinunciano. Ciò che invece reputo negativo è l'eccesivo uso, senza sosta delle stesse piazze per manifestazioni di scarso o nessun rilievo (sportive,commerciali,promozionali ecc.). A furia di tende , impalcature, e cavolate varie, il pavimento in arenaria di piazza San Michele è ROVENTE !
A giochi fatti, sapendo che questo argomento è sentito, quest'inverno vedremo se ne potremo riparlare con la locale amministrazione pubblica.
G.

giovedì 23 ottobre 2008

Highlanders a Lucca ?


Higlanders a Lucca ? Perchè il suono della cornamusa echeggia incessantemente fra le strette strade della piccola antica republica toscana ?
Ci sono in realtà più motivi. Il primo e più concreto è dovuto alla brillante personalità poliedrica e pittoresca del signor Colombini. Amante della musica classica, imprenditore di eventi musicali (I concerti puccciniani che si svolgono ogni sera nella basilica di San Giovanni in Lucca si devono a lui)nutre anche una passione ed una conoscenza notevole per le verdi lande della Scozia. L'altro motivo sono le relazioni che legano la provincia di Lucca, ed in particolare Barga, alla Scozia grazie all'incredibile numero di persone che sono emigrate in quella terra. Personalmente conosco un gruppo di ragazzi abitanti nella media valle che a furia di frequentare scozesi hanno preso il loro accento caratteristico ed ora parlano un toscoscottish assai curioso. Tutto ciò ha fatto si che siano state numerose le occasioni nelle quali abbiamo ascoltato questo simpatico ed inconfondibile suono diffondersi nella lucchesia. Ho appreso oggi che una intera squadra di higlanders si esibirà ancora una volta prossimamente a Lucca.
G.

mercoledì 22 ottobre 2008

Indovina lo scatto.


Un quesito per sapere se conoscete alcuni luoghi interessanti di Firenze.
Da dove è stata scattata questa foto ? Chi è la fanciulla in primo piano?
Se rispondete bene....
G.

martedì 21 ottobre 2008

Studenti a Pisa - Le nuove pantere ?


Sempre nelle mie passeggiate pisane mi imbatto anche in qualcosa che mi ricorda movimenti studenteschi ormai "antichi".Una occupazione studentesca di una scuola media superiore in via S. Frediano vicino a Piazza dei Cavalieri.
Qualcuno si ricorda negli anni '80 del movimento studentesco della "pantera" ? Bei momenti perchè si ricordano amici,gioventù,dinamismo,confronti, scontri, dialettica.
Con questi ricordi emerge anche qualche rimpianto, perchè a causa dello sciopero dei lettori universitari di lingue ho perso l'occasione per imparare i primi rudimenti di una lingua ostica come il tedesco. E questi ragazzi che occupano oggi le scuole ? Ci sono, e sono come eravamo noi e chissà cosa saranno o cosa diverranno nel futuro. La scuola italiana nel frattempo è ancor oggi piena di contraddizioni e forse lontana dal trovare le tanto sospirate soluzioni positive che volevamo già a quei tempi. Io osservo i ragazzi, li fotografo e mentre lo faccio mi affiora un sorriso melanconico sulle labbra. Vedremo.
G.

lunedì 20 ottobre 2008

Gli etruschi a Pisa....ed altro



Gli etruschi, questo popolo così antico eppure cosi vicino a noi toscani, tanto che oggi possiamo passeggiare quotidianamente per le strade di quelle città che li videro come fondatori. Li possiamo quasi percepire come presenze più o meno concrete all'uscio delle nostre case. In un momento di pausa, fra una guida e l'altra, spesso mi capita di fare due passi per Pisa. Un consiglio da guida. Per chi desiderasse allontanarsi dalla "torre", e volesse passare sull'Arno andando verso la zona detta di "mezzogiorno", appena passato il ponte di mezzo, svicoli a sinistra nella via San Martino. Ci si accorgerà subito di trovarsi in una strada nobile ed antica. I palazzi signorili cinquecenteschi celano le più antiche vestigia di case torri medioevali ancora distiguibili per le solide basi in pietra e gli stemmi araldici delle famiglie pisane che li abitavano. Questa zona della città prende il nome di Kinzica, grazie al ricordo della leggendaria donna pisana che nel (1014 ? le date sono discordi) cercò di difendere con l'aiuto di altre donne la città da una terribile e devastante incursione saracena, proprio quando la flotta pisana era impegnata lotano dalle acque toscane.(nella foto la scultura classica su di un muro nella stessa via, tratta da un sarcofago e rimodellata nel XII secolo. Dovrebbe, secondo i locali, impersonificare l'eroina). Ma gli etruschi ? Gli etruschi ci sono, non vi preoccupate ! Basta guardare in basso, all'altezza del marciapiede nel canto con il vicolo detto della pera. Li, vedrete un enorme cippo etrusco in marmo, a forma di cipolla che doveva segnare un tumulo o una tomba etrusca. Fantastico ! Quanta storia in pochi metri quadri !
G.