venerdì 31 ottobre 2008

Halloween.Un uomo cornuto (ma non è il diavolo!)



Halloween ? Ebbene non mancheranno certo su questo blog alcune righe sul mistero, diavoli e compagnia bella! Come si è soliti fare a Lucca in simili circostanze è giusto quindi omaggiare il ricordo della Bella e terribile Lucida Mansi. La stessa cosa, credo, la si potrebbe fare con il Conte Ugolino a Pisa, che al di là della leggenda, giustamente si merita un posto all'inferno di dantesca memoria, per aver sbranato figli e nipoti. Visto però che in questi giorni Lucca è la capitale del fumetto e della fantasia ci rivolgeremo dalla parte "...di quei monti per cui i pisani veder Lucca non ponno."
Torniamo quindi a Lucca e a Lucida. Agli inizi del seicento andò in moglie in seconde nozze dell'anziano e ricco mercante Gaspare Mansi. Per la sua bellezza e la sua ossessiva vanità e lascivia, si dice che la giovane donna avesse innumerevoli amanti. Per questa ragione la donna fu ripudiata dal marito e isolata dalla famiglia. A questo punto la leggenda vuole che andasse a vivere da sola in un sontuoso palazzo, ma quale palazzo fosse non è dato sapere con certezza, in quanto tutte le versioni della leggenda tendono a identificarlo con edifici che fanno tornare oggi il conto ai paesi, alle contrade o ai possessori che ne sono i proprietari o i vicini.
L'Associazione industriali di Lucca attuale proprietaria di palazzo Bernardini, afferma che fosse quest'ultimo il luogo della perdizione, considerando inoltre il fatto che su di una finestra vi è una pietra che si dice sia stata piegata dal diavolo, e ne parleremo ! La comunità di Borgo a Mozzano ne rivendica invece i luoghi dove si svolsero i fatti narrati, perchè lì vicino c'è una villa un tempo dei Mansi e non si può fare certo torto poi al ponte del paese che si dice sia stato eretto nietemeno che dal diavolo! A santa Maria del Giudice esiste una villa, ora hotel, il cui proprietario, strizzando l'occhio agli avventori, asserisce senza ombra di dubbio che Lucida circuisse ed amasse in quelle camere tutti i suoi uomini. E per ultimo il palazzo Mansi, ora museo nazionale, dove nessuno dice niente e pretende niente, ma l'alcova c'è e ...ne deve aver viste di tutti i colori (vedi foto) ! Del resto il ritratto arcigno di Gaspare si trova proprio sulla rampa delle scale quasi ad ammonire chiunque salga di non mettergli altre corna.
Ovunque sia stato ubicato il palazzo la leggenda racconta che Lucida fece un patto con il diavolo per non invecchiare. In cambio gli averbbe donato i corpi e le anime dei sui amanti.
Allo scadere del contratto il diavolo si presentò puntuale e nonostante una disperata fuga della donna per cercare di fermare il tempo sulla torre civica delle ore, Lucida fu portata via su di una carrozza di fuoco nel più profondo degli inferi nel luogo dove oggi si trova il giardino botanico, un tempo invece cimitero sconsacrato per i condannati a morte che avevano rifiutato i sacramenti.
Un cosa che pochi sanno è che in Germania, memori i tedeschi della analoga storia di Faust, a pochi anni dagli eventi leggendari di Lucida (XVII sec.)venne pubblicato un libro su questi fatti lucchesi che ebbe un certo successo. Si narravano le incredibili feste della donna perduta nel suo fantastico palazzo dove la notte stupende statue marmoree in atteggiamenti lascivi di donne e di fauni, prendevano magicamente vita danzando tutta la notte. Le fontane zampillavano vini preziosi e musica e bagliori di luci colorate si potevano vedere e ascoltare perfino in lontananza. Ciò dimostra quanta eco ebbe questa storia lucchese che fu in sostanza la progenitrice di tante analoghe storie europee, fra le quali ricordiamo quella inglese del celebre Ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde.
Gabri.

giovedì 30 ottobre 2008

Una storia romantica. Lucca e Firenze



Dopo i festeggiamenti pisani, certamente apprezzati, il re di Danimarca aveva però un chiodo fisso: Lucca e la bella Maddalena. E tanto fece e tanto chiese che finalmente potè partire per rivedere la città e i luoghi che anni prima lo videro un giovane principe a caccia di avventure galanti.
Giunto a Lucca fu ancora una volta ospitato in casa Mansi a San Pellegrino.
La Republica lucchese questa volta lo volle onorare con un quadro dipinto dal locale artista Domenico Lombardi (visibile in alto) detto il diecimino che ancora si trova alla base della scala interna del palazzo. Le accoglienza anche questa volta furono diplomaticamente calorose (in alto gli anziani lucchesi che escono in corteo dal palazzo pubblico), ma credo che tutta l'atmosfera si sia raffreddata notevolmente quando il sovrano certamente chiese notizie della giovane Maddalena. Con gentile garbo gli fu detto che l'amica di un tempo aveva preso il velo delle suore di clausura presso un convento firentino. Per niente scoraggiato il Re chiese allora, con disarmante semplicità, di poterla incontrare direttamente nella cella del convento. Mi posso ora immaginare le facce dei presenti per tale richiesta. Sconcerto? Incredulità? Irritazione a tanta regale impertinenza? Forse un misto di tutti questi sentimenti aleggiava nelle menti dei ben pensanti nobili lucchesi. Ma la castagna bollente ora passava al Duca di Firenze ed ancor di più al Vescovo di quella diocesi.
Non ci fu niente da fare di fronte alla cocciutaggine del re. Il Duca facendo pressioni sul Vescovo, lo obbligò a concedere una dispensa particolare affinchè il Re danese potesse incontrarla con le modalità che aveva richiesto. Il Re quindi giunse a Firenze. Una targa posta sopra la porta medioevale di San Gallo ricorda l'evento. Le cronache narrano che il re si soffermò in privato nella cella della bella Maddalena per più di un ora. In quel frangente in tutti i monasteri della Toscana le suore pregarano perchè Maddalena convertisse al cattolicesimo il re protestante. Cosa si dissero o cosa avvenne all'interno della cella non è dato sapere. Sappiamo invece che il re uscì in lacrime dall'incontro e dopo quello ve ne furono altri cinque. Come finisce la storia ? Finisce così,con una giovane in convento ed un re che ha continuato a spassarsela nel suo bel regno del nord; non certo come quella di Biancaneve o cenerentola. E quindi alla fine come cantavano quando ero bambino le mie belle fiabe sonore..."Finisce così, questa favola breve se ne va...ma un'altra ne avrete. C'era una volta, il cantafiabe dirà ed un'altra favola comincerà!".
G.

martedì 28 ottobre 2008

Una storia romantica. Pisa.







Non passarono molti anni dal suo viaggio in Italia, ed il principe Federico, alla morte del padre Cristiano V, divenne re. Subito volle mettere in pratica ciò che aveva visto ed apprezzato durante il suo soggiorno mediterraneo. Costruì nuovi palazzi nello stile italiano e francese, intraprese riforme volte a umanizzare le condizioni dei più poveri e costruì teatri per lo spettacolo e la musica. Il ricordo di Maddalena era sempre vivo, nonostante si fosse sposato con Luisa di Meclemburgo. Forse quei nuovi palazzi con i giardini e la musica che ascoltava nel nuovo teatro gli ricordavano quei momenti di felicità trascorsi tempo addietro nella piccola repubblica toscana. Il sovrano decise allora di inviare alla sua amata un medaglione con una miniatura che lo raffigurasse come re e forse (chi può dirlo) come futuro sposo. Non ci si deve stupire di questa supposizione visto che alcuni dicono che in seguito fu accusato addirittura di bigamia.
Non passò però molto tempo che il re ricevette a sua volta da lei un dono ma....il suo sconcerto alla vista di questo, fu enorme. Il regalo consisteva in un piccolo crocefisso accompagnato da poche parole: "Ora questo è il mio nuovo sposo".
Sino a quel momento forse il re non si era reso conto di quanto lontana potesse essere per lui, re si, ma protestante, la mano di una nobile cattolica lucchese. Era passato più di un secolo da quando Lucca aveva assaporato il pericoloso germe dell'eresia calvinista che aveva rischiato di compromettere l'indipendenza della piccola repubblica lucchese. Erano tempi lontani e da allora il più severo cattolicesimo regnava nelle case dei mercanti locali. Era suora, l'avevano costretta a rinchiudersi in uno dei molti monasteri locali. Il re ne era certo. O forse c'era una speranza. La speranza che non avesse preso ancora i voti. Non tutto era perduto ma bisognava agire in fretta e ...partire.
Ed il re partì ancora una volta per la Toscana. Ora però tornava da re, e la diplomazia esigeva che gli onori di casa fossero fatti per primi al Granduca di Toscana. La nave che l trasportava sarebbe infatti approdata a Livorno e con un battello leggero, risalendo l'Arno, la prima tappa sarebbe stata Pisa. Le cronache raccontano che Pisa lo accolse con tutti gli onori del caso. Una volta sbarcato soggiornò presso il palazzo Civoli, in via San Martino, adeguatamente restaurato per l'occasione. Per lui erano state affrescate appositamente numerose camere dai pittori Ferretti e Gherardini (vediamo nelle foto la camera dell'alcova e le altre stanze). Gheradini in particolare fu dal re così apprezzato che lo seguì di nascosto in Danimarca. Probabilmente furono anche allestiti dei giochi come quello del ponte ed altri intrattenimenti (Nelle foto: la targa celebrativa del soggiorno del re posta sopra l'ingresso di palazzo Civoli, la camera dell'alcova, le stanze laterali dove si vede l'incoronazione della giovane Danimarca e i continenti che lo plaudono come re, il gioco del ponte nel settecento a Pisa).

lunedì 27 ottobre 2008

Una storia romantica





Comincia con queste righe una storia che racconterò in tre puntate, più o meno seguendo le coordinate dei tempi e dei luoghi che l'hanno vista svilupparsi.
"C'era una volta un principe che viveva in un regno freddo e lontano. Dopo aver combattuto molte guerre dure e vittoriose, volle infine volgere i suoi interessi non all'odio ne alla sofferenza, ma alla bellezza e alla conoscenza. Partì quindi dal suo regno per visitare terre più calde e più miti e vi trovò...l'amore" La nostra storia potrebbe cominciare con questi toni sdolcinati e forse è proprio così che è cominciata.
Il principe azzurro in questione era Federico IV di Danimarca e Norvegia. In vista delle guerre del nord che gli valsero poi l'annessione della Norvegia, il giovane principe, personalità brillante, colta ed estroversa, decise di intraprendere prima un viaggio che aveva come meta l'Italia.
Correva l'anno 1698. Dopo un lungo viaggio attraversando l'Europa intera, il principe, non si capisce bene il perchè ed il percome (cercherò documenti in merito), volle fermarsi proprio nella piccola Repubblica di Lucca. Una Repubblica che veniva detta già a quel tempo "nana", non per le dimensioni dei suoi abitanti, che non erano certo quelli di Lilliput, ma bensì per le ristrettezze dei suoi confini, così com'erano circondati da ogni parte da quelli estensi e fiorentini. Una cosa poteva vantare però la piccola e pacifica repubblica toscana sin dall'antichità: una capacità di relazioni internazionali di primissimo piano intessute da ambasciatori con grandi doti diplomatiche. Eredità ricevuta grazie alle colonie mercantili lucchesi di tempi ormi lontani, ma che avevano lasciato un segno duraturo nei suoi dirigenti nel saper mediare e convincere. E' forse grazie a queste relazioni che il principe volle fermarsi a Lucca.
Nonostante la fama di "parsimoniosi" da sempre attribuita ai lucchesi, narrano le cronache che il governo della piccola capitale, come era uso fare in simili occasioni, non badò a spese per ben ingraziarsi i favori di un personaggio di tale rango. Fu cosi che si allestirono sontuosi banchetti nei più prestigiosi palazzi cittadini da poco restaurati. Palazzo Mansi fu il luogo dove soggiornò a spese dello stato. Gli intrattenitori incaricati dalla repubblica lucchese, lo favorirono in ogni circostanza facendogli trascorrere un soggiorno indimenticabile ma ciò che lo rese unico fu.... la freccia di cupido. Si narra che durante una splendida festa a casa Controni, nei giardini del palazzo il principe incontrasse lo sguardo di una bella dama lucchese: Maddalena Trenta. Il principe se ne innamorò subito perdutamente e questa lo ricambiò accompagnandolo per il resto della sua permanenza il lucchesia. Molti altri furono i ricevimenti e fra questi va segnalato lo spettacolo che si allestì nel nuovissimo teatrino di corte della villa Santini a camigliano. Il principe alla fine parti per il suo regno del nord, ripromettendosi una volta re di tornare dal suo amore lucchese. Continua...
Gabri

domenica 26 ottobre 2008

Gli studenti di Lucca 2008



Dopo aver visto gli studenti in sciopero a Pisa, ieri ho visto una notevole quantità di studenti in corteo a Lucca.
Onestamente il corteo con gli studenti esagitati delle medie superiori non mi ha impressionato più di tanto: soliti slogan, solite invettive al ministro dell'istruzione di turno, solita voglia di alcuni di fare colpo sugli altri, poca volglia di studiare, tanta voglia di far casino, musica tricche tracche e noccioline.
Non erano diversi da alcuni di noi alla loro età. Ciò che mi ha invece colpito erano gli studenti universitari delle varie facoltà. Organizzatisi con quelli di storia dell'arte quest'ultimi, la mattina prima della manifestazione, hanno illustrato la città e i monumenti ai loro compagni improvvisandosi guide turistiche. Era un modo propositivo come dire: noi sappiamo e vogliamo mostrare come lo sappiamo fare, noi non siamo degli "scioperati" qualsiasi, noi non sappiamo fare solo casino, noi studiamo e siamo capaci di coinvolgere.
A questi dico solo BRAVI! Li ho ammirati e mi sono per un attimo sentito studente come un tempo fra gli studenti. Non conosco nei dettagli i motivi della protesta studentesca, nonostante le martellanti trasmissioni televisive. Comunque sia il problema dell'istruzione italiana esiste.
G.

sabato 25 ottobre 2008

Pellegrini


Due uomini e una strada davanti a loro. Questi sono i pellegrini; i grandi ricercatori in viaggio per trovare la via. Li nomino tutti i giorni, ed ogni giorno sempre con un tocco di invidia e di rispetto in più. alcuni anni fa ne parlavo solo come un lontano ricordo che aveva segnato nel medioevo la vita di molte città, fra le quali Lucca, lungo la via Francigena che da Santiago de Compostela portava a Gerusalemme. Oggi, che non sono più tanto giovane, provo come un qualcosa di intimo che mi spinge a provare quell'esperienza che, se Dio vorrà, dovrò intraprendere. Lo dovrò fare per me e per gli altri. Vedere questi due pellegrini che entrano incuriositi e rispettosi nella chiesa di San Michele in foro, me lo conferma. Chilometri e chilometri, passo dopo passo, incuranti della pioggia e del sole.
Eroi solitari che riscoprono una dimensione oggi quasi perduta. Ne ho incontrati molti, ma il primo che ho incontrato nel 1997, mi ha cambiato la vita. Pochi forse mi crederanno leggendo le righe che seguono, ma è la verità. Dovevo accogliere per conto dellla provincia di Lucca il primo pellegrino spagnolo che veniva a piedi da Roma per dirigersi verso Santiago. Con me, oltre alle istituzioni locali ed altri personaggi notabili, mia moglie che a quel tempo aspettava mia figlia.
Giunse il pellegrino. Era una persona semplice e forte, sui quaranta anni ( ex legionario spagnolo pentito)che traspirava energia e positività da tutti i pori. Dopo avermi chiesto chi era tutta quella gente che lo aspettava, invece di soffermarsi a ricevere tutte i discorsi e le manfrine di rito, chiese di vedere il Volto Santo. Mi offrii in seguito di portargli lo zaino perche doveva raggiungere Valpromaro verso Camaiore a diversi chilometri da Lucca. Si rifiutò.
Tutti lo aspettavano per abbuffarsi in un pranzo luculliano in un ristorante del luogo. Lui mangiò solo un pasto fruguale e salutò i presenti, ma prima di partire chiese il numero di telefono a me e mia moglie e disse: "Vedrete che vostro figlio nascerà per il giorno di San Giacomo. Vi telefonerò qualche giorno dopo !".
Mia figlia Angelica è nata il 25 di luglio del 1997, giorno di San Giacomo e lui mi telefonò qualche giorno dopo con grande semplicità e naturalezza raccontandomi l'ultima tappa del suo viaggio.
G

venerdì 24 ottobre 2008

Personaggi da comics











Per le strade di Lucca si respira già l'aria dei comics. Lucca, la capitale europea dei comics and games, si prepara al grande evento dei primi di novembre. Le piazze del centro cittadino sono già pronte per ospitare nelle tensio-strutture migliaia di appassionati del fumetto. Anche se fra i locali vi sono pareri discordi sull'utilizzo delle piazze monumentali per questa manifestazione ( i fantastici scorci delle chiese monumentali e le più belle piazze come L'anfiteatro vengono frustrate da tendoni stile emergenza terremotati ),dobbiamo riconoscere nel contempo che la città per tre giorni si animerà di giovani, di colori e di spensieratezza. Un prezzo che si può e si deve pagare visto anche l'introito in termini di danaro al quale i "bottegai" lucchesi certo non rinunciano. Ciò che invece reputo negativo è l'eccesivo uso, senza sosta delle stesse piazze per manifestazioni di scarso o nessun rilievo (sportive,commerciali,promozionali ecc.). A furia di tende , impalcature, e cavolate varie, il pavimento in arenaria di piazza San Michele è ROVENTE !
A giochi fatti, sapendo che questo argomento è sentito, quest'inverno vedremo se ne potremo riparlare con la locale amministrazione pubblica.
G.

giovedì 23 ottobre 2008

Highlanders a Lucca ?


Higlanders a Lucca ? Perchè il suono della cornamusa echeggia incessantemente fra le strette strade della piccola antica republica toscana ?
Ci sono in realtà più motivi. Il primo e più concreto è dovuto alla brillante personalità poliedrica e pittoresca del signor Colombini. Amante della musica classica, imprenditore di eventi musicali (I concerti puccciniani che si svolgono ogni sera nella basilica di San Giovanni in Lucca si devono a lui)nutre anche una passione ed una conoscenza notevole per le verdi lande della Scozia. L'altro motivo sono le relazioni che legano la provincia di Lucca, ed in particolare Barga, alla Scozia grazie all'incredibile numero di persone che sono emigrate in quella terra. Personalmente conosco un gruppo di ragazzi abitanti nella media valle che a furia di frequentare scozesi hanno preso il loro accento caratteristico ed ora parlano un toscoscottish assai curioso. Tutto ciò ha fatto si che siano state numerose le occasioni nelle quali abbiamo ascoltato questo simpatico ed inconfondibile suono diffondersi nella lucchesia. Ho appreso oggi che una intera squadra di higlanders si esibirà ancora una volta prossimamente a Lucca.
G.

mercoledì 22 ottobre 2008

Indovina lo scatto.


Un quesito per sapere se conoscete alcuni luoghi interessanti di Firenze.
Da dove è stata scattata questa foto ? Chi è la fanciulla in primo piano?
Se rispondete bene....
G.

martedì 21 ottobre 2008

Studenti a Pisa - Le nuove pantere ?


Sempre nelle mie passeggiate pisane mi imbatto anche in qualcosa che mi ricorda movimenti studenteschi ormai "antichi".Una occupazione studentesca di una scuola media superiore in via S. Frediano vicino a Piazza dei Cavalieri.
Qualcuno si ricorda negli anni '80 del movimento studentesco della "pantera" ? Bei momenti perchè si ricordano amici,gioventù,dinamismo,confronti, scontri, dialettica.
Con questi ricordi emerge anche qualche rimpianto, perchè a causa dello sciopero dei lettori universitari di lingue ho perso l'occasione per imparare i primi rudimenti di una lingua ostica come il tedesco. E questi ragazzi che occupano oggi le scuole ? Ci sono, e sono come eravamo noi e chissà cosa saranno o cosa diverranno nel futuro. La scuola italiana nel frattempo è ancor oggi piena di contraddizioni e forse lontana dal trovare le tanto sospirate soluzioni positive che volevamo già a quei tempi. Io osservo i ragazzi, li fotografo e mentre lo faccio mi affiora un sorriso melanconico sulle labbra. Vedremo.
G.

lunedì 20 ottobre 2008

Gli etruschi a Pisa....ed altro



Gli etruschi, questo popolo così antico eppure cosi vicino a noi toscani, tanto che oggi possiamo passeggiare quotidianamente per le strade di quelle città che li videro come fondatori. Li possiamo quasi percepire come presenze più o meno concrete all'uscio delle nostre case. In un momento di pausa, fra una guida e l'altra, spesso mi capita di fare due passi per Pisa. Un consiglio da guida. Per chi desiderasse allontanarsi dalla "torre", e volesse passare sull'Arno andando verso la zona detta di "mezzogiorno", appena passato il ponte di mezzo, svicoli a sinistra nella via San Martino. Ci si accorgerà subito di trovarsi in una strada nobile ed antica. I palazzi signorili cinquecenteschi celano le più antiche vestigia di case torri medioevali ancora distiguibili per le solide basi in pietra e gli stemmi araldici delle famiglie pisane che li abitavano. Questa zona della città prende il nome di Kinzica, grazie al ricordo della leggendaria donna pisana che nel (1014 ? le date sono discordi) cercò di difendere con l'aiuto di altre donne la città da una terribile e devastante incursione saracena, proprio quando la flotta pisana era impegnata lotano dalle acque toscane.(nella foto la scultura classica su di un muro nella stessa via, tratta da un sarcofago e rimodellata nel XII secolo. Dovrebbe, secondo i locali, impersonificare l'eroina). Ma gli etruschi ? Gli etruschi ci sono, non vi preoccupate ! Basta guardare in basso, all'altezza del marciapiede nel canto con il vicolo detto della pera. Li, vedrete un enorme cippo etrusco in marmo, a forma di cipolla che doveva segnare un tumulo o una tomba etrusca. Fantastico ! Quanta storia in pochi metri quadri !
G.

venerdì 17 ottobre 2008

Antiche mescite di vino




C'erano una volta in Toscana le mescite di vino ed in parte ci sono ancora. A Lucca, come nelle altre città toscane, la cultura del "gottino divino raso" sfuso era all'ordine del giorno. Esistevano in città e fuori le mura, molte mescite ( da mescere, cioè versare )popolari. Ne ricordo personalmente alcune, come ad esempio quella che si trovava a pochi passi da casa mia dove compravamo il fiasco di rosso, sino alla metà degli anni settanta di fronte alla porta S. Anna. Ora si chiama gelateria "dolce vita". Ci andavano gli operai e i muratori a bere il bicchiere di vino con l'accompagnamento dell'ovo sodo. Già che si trovavano lì, alcuni si facevano anche la partitina a carte. Ricordo in particolare un trasportatore di pietre e detriti che usava ancora il barroccio col cavallo. Venne chiamato da mio padre per portare via ciò che rimaneva dei restauri fatti in casa. Grande bevitore ! Ma niente paura; il cavallo sapeva dove andare anche se il padrone non si reggeva in piedi. Ricordi di bambino. Altri ricordi di ragazzo invece sono quelli relativi a "Baralla" e a "Tista". Ho avuto un giorno "l'onore" di avere offerta una merenda con ovo sodo e bicchiere di vino da Baralla per aver aiutato il padrone a scaricare dal carro tre damigiane di vino. Altri tempi. Oggi si sono quasi tutte trasformate in "Antiche Trattorie" che hanno mantenuto solo i vecchi nomi.
Alcune però inteligentemente continuano, anche se in locali diversi, la tradizione del mescere.
Come ad esempio la mescita in via della Fratta.
Ora una curiosità che ci lega a Firenze. Pochi sanno che nell'antichità (sec. XV - XVIII) a proposito di vino a mescita, esisteva già l'uso del take away. Se a qualcuno capitasse di andare a Firenze in via delle belle donne, esiste una trattoria ora un pò per americani, ma molto carina, che conserva ancora visibile all'esterno del locale lo sporto in legno che serviva all'oste per servire un bicchiere all'avventore. Quest'ultimo rimaneva fuori dal locale, beveva, e se ne andava via (ovviamente dopo aver pagato). In pratica l'avventore "poccettava". Questo termine "poccettare", cioè andare da una osteria all'altra bevendo un gotto, venne affibbiata addirittura ad un valente pittore, Bernardino Poccetti appunto che aveva questa debolezza di piegare un pò troppo il gomito. Questo pittore fra le altre cose, ha affrescato le volte di villa Bottini al giardino.
Forse avrà avuto questa consuetudine anche a Lucca visto che, lo stesso sporto di legno, lo possiamo notare in via Cesare Battisti quasi all'angolo con via Fatinelli, sul fianco di un negozio che oggi vende camice.(nelle foto quello di Firenze e su intonaco bianco e quello di Lucca su intonaco giallo !)
Bene, e dopo questa curiosità, alziamo i bicchieri (di vetro e non di cristallo !)e salute a tutti con un semplice rosso contadino delle colline lucchesi !
G.

Gli scavi archeologici riaprono dopo i comics

Le puntate di questa storia lucchese che ho cominciato a narrare alcuni giorni fa non sono finite. Il secondo tempo (il più affascinante ) è rimandato ai primi di novembre, quando la manifestazione dei comics smantellerà i gazebo anche in piazza San Giusto. Gli scavi andranno avanti in quanto il Comune di Lucca, vista l'importanza della cosa, ha acconsentito di continuare la ricerca a sue spese. Una ghiotta occasione per i nostri archeologi di allargarsi di alcuni metri verso la piazza ( 3m x 6m ). Sono stati trovati alcuni scarti metallurgici in bronzo che fanno pensare alla famosa zecca longobarda oltre che un piccolo manico del XII secolo ed altre cosucce.
G.

giovedì 16 ottobre 2008

Il mercante lucchese ? Una categoria in via d'estinzione.


Ieri sera alle 21.00, ho partecipato ad una tavola rotonda indetta dal quotidiano la Nazione sui problemi del commercio nel centro storico.
Tutto sommato è stata una riunione interessante, nonostante l'ora. Come sempre quando i commercianti aprono un dibattito il grosso della discussione verte sull'accesso alle auto nel centro storico e sui parcheggi.
Da qui, dopo i primi scambi di opinioni, è apparsa chiara la scarsa conoscenza da parte dei commercianti su altri dati oggettivi come ad esempio la qualità e tipologia della clientela all'interno del centro storico.
Altro tema che tocca più che la sensibilità ambientalista, il portafoglio degli stessi commercianti, è la dissennata volontà di gruppi imprenditoriali esterni e ditte di costruzione locali di cementificare la periferia.
Il traffico, la mobilità, e l'edilizia quindi al centro della discussione.
La mia domanda è giunta solo per ultima ed è stata volutamente provocatoria.
Quale è la percentuale degli acquisti nel centro storico da parte dei turisti e quale da parte dei residenti suddivisa nelle varie attività merceologiche ?
Questa domanda serviva ha evidenziare la ,aimè, futura vocazione del centro storico verso il turismo ( cosa non ancora chiara ai presenti che tuttavia parlavano in continuazione della necessità di fiere, manifestazioni e mostre d'arte).
L'altra è stata: visto che tutti pensano a costrire nuovi mega stores fuori dalle mura, cosa ne sarà della ex manifattura tabacchi che ha una superfice enorme ?
L'imbarazzo a queste domande è stato sconcertante ! Nessuno aveva risposte da dare e tutti i presenti hanno sollecitato la camera di commercio a fare una ricerca in merito.
Ciò dimostra, a mio avviso, la miopia e il dilettantismo della categoria dei bottegai lucchesi. Categoria molto lontana per lungimiranza e qualità, dagli antichi imprenditori lucchesi del medioevo e del XVI secolo ai quali, come guide turistiche, facciamo quotidianamente riferimento nelle nostre visite guidate.
Gabri

Longobardi a Lucca










Ora ci sono le prove! Questa mattina negli scavi di piazza San Giusto, l'archeologa Abela ed una collega mi hanno confermato il ritrovamento di alcune ceramiche (e forse qualcosa d'altro, ma il forse va messo, in quanto è d'uso fra gli archeologi tenere uno stretto riserbo quando vengono ritrovati monili o monete in loco)che daterebbero all'età longobarda i ritrovamenti. Ciò che stupisce è l'incredibile stratificazione degli edifici attuata con materiale romano di recupero. Abbiamo notato infatti enormi conci calcarei provenienti da edifici di notevole fattura e dimensione sovrapposti a mattoni, pietre, acciottolato di fiume e massetti squadrati di fattura presumibilmente longobarda.
Inserisco una ulteriore foto dell'intera trincea di scavo.
Gabriele

Ritrovato un pezzo della Firenze scomparsa


A Firenze gli amanti della storia non si annoiano mai. Non passa giorno che questa città non riserbi qualche sorpresa. Come si può vedere da questa foto, grazie alla vituperata tramvia, di fronte alla stazione di Santa Maria Novella (quindi dietro il complesso monastico dell'omonima chiesa) sono emerse fondamenta dell'insediamento urbano medioevale. C'era da aspettarselo, diranno i più. Comunque sia, è sempre interessante rimettere mano alla mappa di una città che in questo modo mostra le varie facce che ha avuto nel corso dei secoli.
Credo che qui la Soprintendenza Archeologica abbia qualche problema in più della nostra amica Abela di Lucca. O forse no?
G.

martedì 14 ottobre 2008

Foto di gruppo. Voilà les guides.



Ecco una foto di gruppo di alcune guide ufficiali AGT ( associazione guide turistiche) di Lucca.
Non è un gran che, ma abbiamo bisogno di immagine. Stiamo quindi cercando una foto da mettere sulla copertina di una cartina di Lucca da distribuire ai clienti.
G.

Scavi in piazza San Giusto a Lucca



Avevo ragione a proposito degli scavi archeologici in piazza San Giusto.
Sotto terra hanno trovato le fondamenta di un edificio con conci di pietra piuttosto grandi. Ora, che siano le fondamenta dell'edificio longobardo, effettivamente è azzardato dirlo, ma se gli scavi andranno avanti credo avremo ulteriori sorprese.
Come si vede nella foto, la presenza di Ciampoltrini (responsabile della soprintendenza archeologica per la provincia di Lucca) e Isabella Abela, responsabile degli scavi, dimostra l'interesse per i ritrovamenti. L'esperienza non è acqua!
Aggiungo queste poche righe, il giorno successivo alle precedenti.
Parlando con Abela, mi ha detto che secondo lei si tratta di un edificio importante medioevale fondato su edifici longobardi posto nell'intersezione fra il cardo e una strada minore parallela al decumano. Effettivamente dalla trincea di scavo dove si trovavano le archeologhe, si percepivano visivamente con chiarezza gli assi che delimitavano l'insula sopra l'attuale piazza. Tenendo conto anche degli edifici in loco abbattuti dopo la seconda guerra mondiale per costruire l'orrendo edificio attuale, forse c'è da ipotizzare che la chiesa avesse una piazza antistante molto ridotta forse con gradoni sul tipo di quella di San Cristoforo (anche questa mutata nell''800 )
Gabri

domenica 12 ottobre 2008

Un angolo goloso a Pisa



Non mi sbilancio mai quando devo parlare di ristoranti rischiando di fare una sleale pubblicità danneggiando la concorrenza, ma in questo caso faccio una eccezione perchè il locale che vado a descrivere non ha fortunatamente bisogno di pubblicità.
La pizzeria, ora anche trattoria, "il Montino".
Ne parlo volentieri perchè, solo a pronunciare il suo nome, mi vengono alla mente cari ricordi della mia gioventù universitaria. Si trova fra Piazza dei Cavalieri e borgo stretto, ai limiti del mercato vecchio dietro una antica chiesa romanica fatta a loggia con capitelli di età severiana, ora tramutata in banca. E' un luogo storico. Il suo nome deriva dal fatto di trovarsi proprio in un punto lievemente sopraelevato in una città piatta che si trova sul livello del mare: il montino appunto. Si mangia al taglio una ottima pizza ed una buona cecina (come la chiamiamo noi lucchesi o torta come la chiamano i pisani) oltre che piatti semplici e tradizionali pisani (zuppa o ribolitta con cavolo e cipolle fresche,lasagne, tagliatelle e primi piatti con vari sughi dove la salsiccia abbonda. L'atmosfera, semplice e amichevole, è particolarmente piacevole anche grazie ai molti giovani universitari che la frequentano abitualmente. Ci ho già portato mia moglie mia figlia con al tremine del pasto approvazione unanime. Una puntatina quindi la consiglio a tutti.
G.

venerdì 10 ottobre 2008

Chi voleva far cadere la torre di Pisa ?


Evviva la torre di Pisa che pende, che pende e che non casca giù. Forse qualcuno si ricorda il famoso ed antico motivetto che ricordava l'incredibile pendenza della torre senza che questa cadesse mai. Chi mai, d'altro canto si è augurato che la famosa torre cadesse (livornesi e lucchesi esclusi si intende)? Ma i fiorentini, che diamine !Come faccio ad affermarlo ? Ho le prove visive e ve le mostro!
Qualcuno senza dubbio ricorderà il famoso pittore, Benozzo Gozzoli, che in pieno rinascimento 1459 affrescò la cappella detta dei Magi, nel palazzo Medici Riccardi a Firenze. Grazie allo strepitoso successo di quell'esperienza e grazie alla sua crescente fama, il maestro fiorentino dopo alcuni anni si trasferisce a Pisa.
Qui per ben sedici anni lavorerà agli affreschi del Camposanto.
Avrebbe dovuto esser grato a Pisa di tanto onore e di tale remunerativa commissione.
Eppure nell'affresco, dove viene narrata la distruzione di Sodoma e Gomorra, si nota sullo sfondo della città che presenta edifici rinascimentali, un particolare curioso: La torre di Pisa che crolla !
Il particolare che mostro si trova nel Museo della Cattedrale ed è tratto dalle stampe del Lasinio, che riprodusse le scene affrescate del Camposanto Monumentale.
Perchè tanta inriconoscenza nei confronti della Primaziale pisana ? Forse le vicende politiche fra le due città volgevano nuovamente al brutto ? O forse era un ammonimento voluto dagli stessi committenti nei confronti di una città che, anch'essa toccata dalle vicende savonaroliane, doveva imparare da tali catastrofi bibliche quale fosse la giusta morale da seguire ? Del resto gli affreschi realizzati nel Camposanto nei secoli precedenti, avevano proprio questo compito educativo e di ammonimento oltre che di "memento". Va ricordato inoltre che Benozzo, nel 1447 è aiuto dell' Angelico nel Vaticano e ad Orvieto.
Comunque sia, qui sta la prova, e godano i livornesi ed i lucchesi tutti.
Gabri

Maria ha una amica!


Vi ricordate il mio articolino su Maria, la zingara rumena di fronte alla cattedrale di Lucca ? Oggi ho scoperto che ha una giovane amica, una bambina.
Questa bella bambina è la figlia del nostro simpatico amico argentino che vende le cartoline con il suo carrettino "ciclato" (forza motrice una solida bicicletta)proprio di fronte alla chiesa. Non sono carini? E' così che si fa amicizia !
G.

La "curtis regia" longobarda a Lucca ? Forse l'abbiamo trovata !




Da un argomento leggero (ricetta) ad uno più serio(storia e archeologia).
Lo so che una foto con quattro pietre squadrate una su l'altra dicono poco e sono bruttine anche da vedere; ma se il luogo è piazza S. Giusto a Lucca la cosa cambia. E si, perchè proprio a due passi dal palazzo Gigli, sede della Cassa di Risparmio di Lucca, e l'omonima chiesa, nella sostituzione dell'ennesimo tubo rotto, sono emerse le pietre in questione. Qui sorgeva, secondo gli storici, l'antica curtis regia longobarda, sede anche della zecca che coniò il famoso tremisse d'oro, moneta lucchese. Si capisce quindi che ogni sassolino o coccio che emerge dal fango potrebbe datare questi pietroni.
Intervistata dal sottoscritto, l'archeologa di turno ( che ormai è quasi un amica visto che tutte le volte che ci incontriamo in situazioni simili le rompo le scatole con una valanga di domande) mi ha detto che c'è poco da sbilanciarsi. Questa affermazione nasce dal fatto che, secondo Ciampoltrini ispettore della soprintendenza archeologica locale, l'area di piazza San Giusto è stata scavata e modificata a causa della messa in opera di fognature ottocentesche. E sia pure, ma quelle pietre squadrate poste così in bell'ordine una sopra l'altra a me fanno pensare a fondamenta di un edificio. Posso anche sbagliarmi, ma ormai di scavi ne ho visti un bel pò. Comunque vedremo. Vi è un altra cosa che può risultare interessante. La stratificazione della pavimentazione stradale. Sarebbe interessante capire, anche grazie a questo scavo, le tecniche e le datazioni della pavimentazione della città di Lucca nei vari periodi storici.
Se potrò, aggiornerò queste "news" con altre foto e altre notizie (sempre che interessi a qualcuno, si intende !).

Gabriele

mercoledì 8 ottobre 2008

La polenta e ossi di Michelangelo



La polenta di Michelangelo ? Quale polenta ? Si chiederanno i più. La polenta di mais, quella bella fumante, che tutti gli abitanti del centro nord Italia apprezzano e che qui dalle nostre parti in Toscana, chiamano matuffi; bene quella, ai tempi di Michelangelo, non c'era. I nostri amici toscani Amerigo e da Verrazzano non l'avevano ancora portata dalle americhe. Allora di quale polenta si tratta? Ma quella di farina di castagne, che diamine! Quella si che la mangiavano tutti. Specialmente i poveri delle montagne della Garfagnana e dell'alta Versilia. Territori di confine, territori selvaggi e montuosi, dove nessuno stava a guardare se il castagno due metri più in là o due metri più in quà era fiorentino o se il cinghiale che grufolava nelle selve veniva dalla parte estense o dei Malaspina.E Michelangelo? Cosa volete che mangiasse sulle cave o in mezzo ai boschi delle Apuane? Polenta di Castagne con gli ossi del maiale in umido, forse anche a colazione , come facevano fino a cinquanta anni fa, prima di emigrare o aspettare tempi migliori, molti poveri abitanti della Garfagnana.

Ingredienti: 500 gr di farina di castagne, un litro e mezzo e 3/4 di acqua, sale, un cucchiaio di olio extra vergine .

In una pentola portare l'acqua ad eboliizione.
Versare il sale e l'olio, poi la farina.
Mescolare velocemente e lasciate cuocere per circa trenta minuti finchè la polenta non sarà abbastanza ferma.
Servire la polenta con il maiale lessato o in umido.
La polenta può essere servita con pecorino grattato e olio di oliva extra vergine. Questo tipo prende il nome di Incaciata.
La polenta puo essere servita con latte o panna fresca. Questo tipo prende il nome di Manafregoli.
La polenta può essere servita cotta nel vino e servita al cucchiaio. Questa prende il nome di Vinata.
La polenta può essere servita con un bollito di musetto, zampucci, rosticciana di maiale (gli ossi). Questa prende il nome di Polenta con gli ossi.

Vi piace la ricettina michelangiolesca ?
Provatela, e se la digertite vuol dire che avete uno stomaco a prova di marmo apuano ! In una delle foto, l'insonnia di Michelangelo dopo questo "frugale pasto".

Gabri

martedì 7 ottobre 2008

Un "David" medioevale a Pisa






Esiste nell'imaginario del turista medio, sopratutto americano, un solo David: The David. Inutile quasi dire quale, e quindi non lo dico. Tuttavia sappiamo bene quale sia la realtà storico artistica. E' compito di noi guide turistiche, oggi, mostrare al turista quale processo filologico e quali tappe, hanno portato Michelangelo e compagni alla riscoperta della classicità e della monumentalità.
Pisa, senza alcun dubbio, segna una di queste tappe grazie al fenomeno medioevale chiamato Nicola Pisano o meglio Nicola de Apulia, viste le sue origini. Non è questa la sede dove si debba riscrivere un saggio su questi pilastri della storia dell'arte, ma bensì, vale forse la pena ricordare ancora una volta, anche visivamente, alcuni punti fermi percedenti al colosso fiorentino.
A Pisa dal XII secolo la classicità è di casa. La fabbica della cattedrale, paragonabile ad un nuovo "colosseo" espressione della cristianità, fucina di ingegni, vide fra i molti anche la presenza di quello spartiacque fra arte medioevale e "rinascenza delle arti classiche" che fu Nicola.
In questo clima di fervida ricerca del classico applicato al nuovo, l' elemento archeologico assume una importanza fondamentale come "exempla" o punto di partenza per questa nuova tappa dell'epopea della scultura italiana.
L'introduzione a Pisa di quei sarcofagi romani, portati via nave da Roma ed Ostia per essere riutilizzati come prestigiose tombe dei più illustri cittadini pisani, sono il punto di partenza. Tanto era diffuso nella Pisa medioevale il senso del bello attinto dall'arte classica, che lo si reimpiegava persino come elemento erratico decorativo nelle facciate delle case. Così lo troviamo in borgo stretto, via principale di Pisa, ai quattro lati delle finestre gotiche di un palazzetto.
E già qui intravediamo un "davidino", cioè un David piccolino ante litteram, con le sembianze di un Apollo o forse un Ercole.
Ma è Nicola che, nel nuovissimo e rivoluzionario pulpito del battistero pisano fra il 1255 e il 1260, pone alla base di intersezione fra il pluteo rappresentante la natività e quello spettacolare dell'arrivo dei re magi, un vero e proprio esempio di "David ante litteram": Ercole trionfante.
Purtroppo la mia foto non rende giustizia alla bellezza della scultura e alla qualità della resa plstica e anatomica di questo semi Dio pagano.
La postura è simile a quella del David michelangiolesco. Differenze: Non è un gigante,questo misura solo 56 cm, l'altro pesa circa 7,5 tonnellate di marmo; questo non guarda verso sinistra, questo non tiene una fionda ma al contrario la pelle di un leone, questo è stato scolpito più di 250 anni prima del David !
Micelangelo ha visto questa scultura ? Certamente si anche se le biografie non ne fanno cenno. Michelangelo ha copiato Nicola Pisano ? Certamente no ! Ambedue si sono ispirati alla classicità e ai reperti archeologici per elaborare nei loro tempi qualcosa di nuovo e straordinario.
Che Fantastica terra è la Toscana e più in generale l'Italia intera! Viva l'Italia!
G.

sabato 4 ottobre 2008

Armati a Lucca











Comincio a credere che questo blog sia veramente utile per molte cose , ma sopratutto per me stesso. Mi chiarisce molte idee confuse su cose e persone e mi pone di fronte a piccoli quesiti che normalmente sono portato a sorvolare.
Per esempio mi sono chiesto: quante raffigurazioni monumentali di uomini armati, (siano esse statue celebrative, affreschi, o dipinti di eventi storici) si possono vedere nei luoghi pubblici di Lucca ?
Pochi. Pochissimi poi quelli di epoca medioevale. Vorrei ora qui ricordarli anche con foto, nella speranza che, dimenticandone forse alcuni, qualche lettore mi aiuti a ricordare.
La prima immagine che mi ha dato lo spunto per questo articolo, è quella che si trova nel primo altare a destra, in un interessante affresco, nella chiesa di Santa Maria Bianca o foris portam. Chiesa che potete vedere in foto nell'articolo "Il nome di Dio nelle 99 chiese di Lucca".
Sono solo pochi lacerti stratificati nel tempo di affreschi che fanno riferimento ad un altare privato dove l'immagine di riferimento è Maria. A lato di questa però, si vede chiaramente un cavaliere medioevale armato con la figura di San Giovanni che gli tiene il capo in segno di protezione.
Nella cattedrale, in facciata, si trova poi la statua equestre del cavaliere Martino con la sua spada. Pur non essendo una scena prettamente militare, la spada c'è, e questa è una delle prime rappresentazioni monumentali di cavaliere a cavallo eseguita nal XIII secolo, dopo l'epoca romana.
Altri armati con scudi e cotte li troviamo a poca distanza da Martino nei girali decorativi delle colonnine laterali nel pilastro destro della loggia della cattedrale.
Presochè della stessa epoca, ma con qualità e drammaticità scultoree decisamente superiori, sono i cavalieri "egiziani" del rilievo del fonte con storie di Mosè di San Frediano.
Esisteva in città, nel canto di Pozzotorelli, un altro affresco monumentale celebrativo, l'unico del genere a Lucca sullo stile dei fiorentini di Santa Maria del Fiore, che rappresentava probabilmente Francesco Sforza. Questo cavaliere di ventura infatti, aveva avuto un ruolo fondamentale sotto l'aspetto militare per Lucca con il suo intervento armato nel XV sec. nell'intervento contro i fiornetini che assediavano la città. I termini però di queste vicende storiche non mi sono ben chiare e vorrei approfondirle in altra sede. Testimonianza comunque di questo affresco, si trova negli stalli lignei ora conservati presso il museo nazionale di Villa Guinigi, compiuti dai fratelli Pucci. Su questi stalli si legga il recente libro di Silva "Immagini del potere, il potere delle immagini". E' interessante inltre notare alcuni graffiti con uomini e cavalieri armati. Quello che si vede in questo articolo si trova nello stesso pilastro della cattedrale prima citato, sul fianco sinistro. Come si nota dal copricapo l'immagine è del XV secolo.
Altro graffito è il celeberrimo (almeno per me) Turchio Pauli, raffigurato nella seconda colonna della navata sinistra della chiesa di San Michele.
Fatta questa scarrellata di immagini, notiamo che sono veramente poche se pensiamo che Lucca, come le altre città toscane, ha avuto nel passato ragioni valide per esaltare le proprie virtù militari e ha contato non poche battagle alle quali hanno partecipato i suoi cittadini. Sembra quasi che dal pacifico rinascimento lucchese in poi, la distruzione di antichi intonaci abbia forse voluto significare una "dannazio memoriae" di quei tormentati e dolorosi tempi che portarono non solo gloria ma anche lutti, sofferenze e carestie.

Gabriele C.