mercoledì 2 aprile 2008

Una discriminazione europea nei confronti delle guide turistiche italiane


Una discriminazione nei confronti delle guide turistiche Italiane

Il 2 Aprile 2007 veniva varata dal governo della Repubblica Italiana la legge 40, meglio conosciuta come "legge Bersani", nella quale si legiferava, fra le altre cose, anche in materia di accesso all'attività di guida turistica.
Nella suddetta legge erano stabilite alcune norme che vincolavano le aspiranti guide turistiche italiane e le guide facenti parte della comunità europea ad alcuni aspetti normativi discussi ed approvati in parlamento ed in senato.
L'associazione Guide Turistiche italiane ( associazione di categoria col maggior numero di iscritti presente sul territorio nazionale) è venuta a conoscenza del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 10.09.2007, che invita esplicitamente regioni ed enti locali a disattendere "la legge Bersani". Si invita infatti a non erogare sanzioni di alcun genere sia per il mancato possesso di autorizzazione abilitante, sia per contravvenzione alle norme da rispettare secondo tale legge da parte delle guide europee in tour nel nostro paese.
Questa scandalosa, contraddittoria ed univoca decisione, ha come conseguenza la totale sfiducia nelle istituzioni e nel governo italiano da parte delle migliaia di guide turistiche italiane. Queste ultime infatti, da anni, con professionalità e sacrificio, si sono prestate a seguire corsi di specializzazione ed esami abilitanti in ambiti territoriali specifici ( visto l'enorme e differenziato patrimonio storico artistico italiano degno di rispetto e di tutela da parte di chi lo vive e lo fequenta quotidianamente come le guide italiane ).
Questa deprecabile situazione comporta nel nostro settore come conseguenza immediata una grave crisi.
L'Italia assisterà, senza rendersene conto, alla quasi cancellazione ipso facto di una figura professionale secolare( oggi altamente qualificata) e caratteritica del nostro paese: la guida turistica.
Ciò avviene senza che lo stato italiano si renda conto di perdere in un sol colpo un tutore e un promotore dei beni culturali ed economici del nostro paese con drammatiche ed immediate conseguenze per migliaia di famiglie che campano di questo lavoro. Inoltre lo stato italiano nel contempo non ha previsto in nessun modo di valorizzare e promuovere l'immagine professionale della guida turistica italiana all'estero.
Si consideri poi che, i colleghi europei dovrebbero quanto meno, per lo stesso rapporto di reciprocità con le guide italiane, sostenere nei loro paesi corsi di preparazione, aggiornamento e quant'altro è d'obbligo fare invece qui in Italia.

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