lunedì 29 settembre 2008
Alle porte delle chiese, negli angoli delle strade. Chi sono..?
Chilometri e chilometri passeggiati per strade e piazze della mia città. Porte varcate innumerevoli volte: case, musei, negozi, chiese. Angoli, incroci, logge cortili. Innumerevoli volte vediamo le stesse pietre, spesso le commentiamo ai nostri clienti, spesso le esaltiamo anche con enfasi. Conosciamo molto noi guide turistiche delle nostre città e vogliamo conoscere sempre di più. Storia, persone e fatti del passato e a volte fatti contemporanei. Una sera però, poco prima di varcare la soglia della cattedrale, la luce calda e dorata del sole al tramonto, ha incorniciato la figura rattrappita in un angolo di una donna. L' avevo vista chiedere l'elemosina di fronte a quel portone molte altre volte, forse per anni, ma come sempre mi era capitato, ero passato oltre. Ora la vedevo sotto quel raggio di sole e mi sembrava un viso antico, una donna di altri tempi e mi sono allora chiesto: Chi è ?
Ora so che si chiama Maria. Maria non parla mai, accenna solo un gentile sorriso se le rivolgi la parola. E' timida, ma se le scatti una foto (ed io l'ho fatto) è contenta e si mette in posa coprendosi i capelli con il velo pensando di essere più piacevole. Maria ha 45 anni, ma ne dimostra molti di più. Lei come molte altre mendicanti in Italia, è di origini rumene, ma la Romania non l'ha vista più da tanti anni ormai. Pochi mesi fa, subito dopo le nuove disposizioni di legge varate dal governo a proposito di rumeni, ho visto arrivare una volante della polizia. Il poliziotto l'ha chiamata e lei sempre in silenzio, senza fiatare, a capo chino è salita in macchina è l'hanno portata via. Prima di salire però, mi ha guaradato ed io, lo giuro, avrei voluto salire in macchina al posto suo. Non so perchè scrivo queste righe, ma credo che sia importante cercare di conoscere anche queste persone ai margini del nostro lavoro. Debbono essere comunque degni di considerazione. Basta poco; a volte una parola o un semplice gesto amichevole. Non voglio apparire qui uno smelenso sentimentale o un partigiano difensore dei diritti umani (leggete i miei commenti sui rumeni a Pisa), ma voglio conoscere e distinguere. Maria è degna di considerazione; anche quando fa freddo e in silenzio sta di fronte alla cattedrale di San Martino. Martino non gli può dare una parte del suo mantello, noi si.
Vorrei quindi da oggi, appena potrò, ricordare con un breve ritratto le persone che a Lucca, come Maria, credo ne siano degne.
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sabato 27 settembre 2008
Angoli di Firenze
Oggi guida turistica a Firenze. Ne faccio poche nella "grande mela toscana"; solo quando mi conviene. Firenze, da due metri in su, è sempre Firenze ! Il problema ovviamente è dai due metri in giù, cioè non essere calpestati o travolti dalla folla mentre si sta cercando di ammirare un capolavoro assoluto. Basta però svicolare in qualche stradina laterale, o se si ha tempo andare nell'oltrarno e tutto si ricompone e si umanizza. Tuttavia ho notato che nessuno si sofferma a mostrare particolari interessanti che stanno sotto gli occhi di migliaia di turisti, che ignari di ciò passano oltre e sciamano verso altri monumenti. Valga per tutti come esempio il cosidetto ritratto fatto da Michelangelo sull'angolo di Palazzo Vecchio verso via della Ninna, a due passi dal David. E' probabilmente una leggenda metropolitana che presenta molte varianti, ma forse in fondo in fondo ci può essere anche del del vero. Si dice che un giorno il giovane Michelangelo si trovasse con un amico nei pressi di quel canto, e quest'ultimo, schernendolo, rimproverava al futuro grande scutore, lentezza e scarsa capacità nell'eseguire i lavori. Michelangelo, mentre lo ascoltava appoggiato di spalle al muro, alla fine del discorsetto si scansò da una parte, e sotto gli occhi stupefatti dell'amico mostrò come, con un semplice chiodo appuntito, nel frattempo fosse stato in grado di fargli il ritratto.
Una bella storiellina vero? Mi è sempre rimasta stampata nella memoria da quando un mio "antico" amico fiorentino, all'età di soli dodici anni, lo mostrava a me che ne avevo dieci, in una semplice ma interessante guida turistica fra bambini. Era proprio destino...
G.
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mercoledì 24 settembre 2008
....e le riprese continuano a ritmo frenetico.
E' proprio vero che paese che vai...regista che trovi ! Questo giornalista e regista serbo ha un modo di lavorare frenetico. La frenesia di filmare tutto, senza sosta e senza un filo storico e culturale che descriva ciò che riprende, mi ricorda i programmi di qualche tempo fa molto populistici di Osvaldo Bevilacqua, l'omino con i capelli rossi. Una scarrellata di immagini farcite di folklore, stereotipi consolidati nell'immaginario colletivo del territorio che si descrive e poca fantasia. Il paessaggio toscano e gli agriturismi sono il suo tormentone; arte zero, cibo tanto. Capisco dall'altro lato che un turismo forse emergente come quello serbo, abbia bisogno di certezze e stereotipi. Forse però, ciò è dovuto anche alla poca conoscenza della Toscana del giornalista che peraltro non fa che ripetermi che è laureato a Milano a Brera in arte (io credo sopratutto laureato in artega ...), che conosce perfettamente il suo lavoro e che ha vinto premi.
Non il massimo quindi ma...tutto fa brodo. Per favorire la fantasia dei turisti in arrivo, un giorno forse riusciremo anche a modificare un angolino della lucchesia in una novella "Val d'Orcia" . Basterà spianare qualche collina troppo alta, piantarvi un cipresso isolato e poco più in là coltivare un piccolo appezzamento di girasoli di plastica (tanto non se ne accorge nessuno) e op là, il gioco è fatto: under the tuscan sun !
G.
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martedì 23 settembre 2008
Lucca e la TV Serba
A proposito di culture e religioni diverse, ieri ho iniziato ad accompagnare un giornalista ed un operatore della Tv di stato serba.
Non avevano la minima idea di cosa fosse Lucca, ne cosa fosse la Toscana. Vedremo cosa ne verrà fuori da questi tre giorni di riprese. Ieri sera a cena abbiamo comunque parlato di etnie diverse, ed è stato interessante ciò che mi hanno detto a proposito di musulmani europei (come loro), della loro politica, dei problemi di integrazione, dei pregiudizi dell'occidente e degli interessi dei russi e degli americani. Ma delle 99 nove chiese con i diversi nomi di Dio ne sapevano ben poco !
Cosa ne sappiamo veramente noi di loro oltre a quello che ci hanno fatto vedere le televisioni sugli scenari di guerra dei balcani ? Io ricordo solo i cecchini a Sarajevo. A mio parere c'è ancora molto da fare per conoscerci a vicenda, se è vero che questo giornalista della TV di stato non ha la minima idea di cosa sia Firenze, pur avendo vissuto molti anni a Milano !
G
Il nome di Dio per le 99 chiese di Lucca
E' quasi ormai leggenda il fatto che Lucca avesse nel medioevo, non 101, non 100, ma 99 chiese. Sembra quasi di leggere quei cartellini segna prezzi dei mercati che invitano la clientela a comprare il prodotto ad un centesimo in meno della decina.
A dire il vero secondo la pubblicazione "il secolo di Castruccio, fonti e documenti di storia lucchese" la professoressa Giuliana Puccinelli, secondo una sua catalogazione degli edifici ecclesiastici nel XIV sec in città, ne stima 65. Molte, dai quei tempi, sono state distrutte, altre modificate, altre edificate ex novo.
Numeri che comunque rendono chiara l'importanza della chiesa come istituzione locale nel tessuto connettivo della città medioevale.
Mi ha colpito e non poco, la curiosa domanda che mi ha inviato con un messaggio telefonico la mia collega Laura, di un suo cliente turco: "Le novantanove chiese di Lucca servivano a onorare i novantanove nomi che ha Dio ?" Bellissima domanda vista dalla parte di un musulmano che vuole conoscere. Dalla nostra parte invece un silenzio assoluto di fronte alla nostra ignoranza nei confronti delle religioni altrui che, come in questo caso, cercano di trovare una soluzione plausibile ad un fenomeno tanto eclatante come le "99" chiese lucchesi.
G.
lunedì 22 settembre 2008
Una giornata con i croceristi
Oggi è' arrivato un bastimento carico, carico, carico di.....croceristi !
E' non è il primo. Sono ormai alcuni anni che questo tipo di turismo sta crescendo in maniera esponenziale. Le città che si affacciano sul mediterraneo e le città d'arte limitrofe, stanno beneficiando ed in alcuni casi "subendo", questo nuovo buisness. Come guida turistica toscana sono stato in parte travolto anche io in questa spirale frenetica del vedere mostrare tutto a tutti in una giornata.
Perchè è proprio così, nella maggior parte dei casi i croceristi, vengono attirati in una sorta di girone inferanale dove freneticamente vengono scarrozzati quà e là a fotografare in poco tempo i monumenti artistici più celebrati del nostro stivale.
Fortunatamente, per quello che riguarda la mia associazione guide siamo riusciti a selezionare qualitativamente i nostri gruppi che, senza fare indigestione di tutto, a loro volta hanno selezionato, nel nostro caso, Lucca o Pisa da visitare in una intera giornata o almeno in un tempo sufficiente per poterla apprezzare.
Oggi avevo un gruppo di farmacisti canadesi con le loro famiglie, bambini compresi.
Divetrtimento per tutti assicurato, perchè Lucca la si visitava in bicicletta!
Complice una bella giornata di sole settembrino, tutto si è svolto a meraviglia e nei tempi previsti dal programma.
Sbarco alle 8.00 al molo grandi fondali di LIvorno dalla mega nave Voyager of the seas. Breve fermata a Pisa e via per il pranzo a Lucca nel sempre ottimo ristorante "Il Giglio". Nel pomeriggio tour di un ora in bici e poi tempo libero per lo shopping. Il tutto farcito di storia, costumi e tradizioni locali, enogastronomia, e qualche cantatina pucciniana. E si, per colpa della mia voce da baritono mi tocca anche canticchiare qualche motivo del maestro lucchese ( che credo si rivolterà più volte nella sua tomba dopo i miei gorgheggi ).
Tutto sommato una giornata faticosa ma positiva per me e sopratutto per i miei clienti, che credo parleranno ai loro amici bene di questa esperienza toscana.
G
giovedì 18 settembre 2008
Comune di Lucca e turismo. Un problema che si protrae da anni
Se dovessi andare a ritroso con la mia memoria nel tempo sino ai primi degli anni '90,faccio fatica a ricordare una amministrazione comunale lucchese, di un qualsiasi schieramento politico, che sia riuscita con serietà ed efficacia ad impostare una politica turistica locale duratura. Ricordo solo in maniera confusa una serie di faccie di vari assessori, più o meno competenti o interessati alla materia, che si sono alternati sulla stessa poltrona. Ogni volta un giro di valzer. Sorrisi, promesse di facilitare l'attività degli operatori turistici (guide turistiche comprese), qualche mese in carica e ... cambio ! Altro giro altro valzer. E via a rispiegare da capo al prossimo di turno chi siamo e cosa facciamo e cosa vorremmo fare !
Appare evidente, almeno ai miei occhi, che un serio imprenditore turistico locale, a questo punto non debba cercare nè l'appoggio, ne il consenso dell'aministrazione locale di turno per svolgere la propria attività. La cosìdetta concertazione fra questa istituzione e gli imprenditori turistici, non esite nè può esistere.
Chiaccherando con un amico ristoratore ( abile, propositivo e intelligente ) che ha capito da tempo l'importanza del turismo a Lucca, mi dichiarava determinato che "...Non dovremmo essere noi a correre dietro agli assessori chiedendo, ma loro a corre dietro a noi offrendo..." .
Saggie parole di chi ha compreso come le dinamiche del turismo siano talmente veloci che la burocrazia e gli inciuci politici di chi gestisce la cosa pubblica, non potranno mai soddifare le nostre esigenze. Il Comune di Lucca vissuto quindi come un problema ed un ostacolo e non un volano in grado di aiutare gli operatori.
Un esempio attuale? Itinera. Nata e imposta come Consorzio, poi osteggiato da molti , si è rivelata non solo un peso economico in deficit per la comunità lucchese, ma oggi che non è ne carne ne pesce (Ufficio informazioni con scarso materiale ? Noleggio biciclette ? Agenzia turistica ? Operatore turistico ? Organizzatore di eventi ?) addirittura si pone come un concorrente con la maglietta del comune a chi opera in tutte queste attività con serietà e professionalità da tempo.
E' giusto ? E' corretto ? Non credo ! E chi gestisce alla data odierna tutto questo ?
Il sindaco Favilla. Vi immaginate cosa ne capisce il sindaco delle dinamiche del turismo incoming ?
Lasciamo perdere e rimbocchiamoci le maniche.
G.
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Archeologia di "semi-superfice"
Dopo l'inedito della Madonna di terracotta, ecco un'altra chicca. Senza dubbio chi ha avuto modo di visitare Lucca, avrà percorso la via Fillungo, antico cardo della città romana. Avrà notato nei pressi del cosi detto "canto d'arco" la bella facciata con rosone della chiesa di San Cristoforo. Chiesa importante nell'ambito delle chiese romaniche lucchesi, se è vero che su di un pilastro interno si legge inciso il nome di Deotislavi, il celebre architetto che lascia la sua firma nel battistero di Pisa datandolo 1152. Negli scorsi anni sono stati effettuati scavi di riattamento sotto le cantine di alcuni edifici della corte San Carlo che si trova dietro l'abside della chiesa. Grazie a questi lavori sono emersi dei reperti lapidei di notevoli dimensioni. Si tratta di enormi conci di calcare bianco che, per le loro dimensioni e peso, non si sono potuti spostare dal sito (cantine). La fattura di questi conci di marmo (Cave di Santa Maria del Giudice ?) è di notevole qualità. Fra questi si nota un pezzo che potrebbe essere un oculo o finestra circolare di un tempio o di una chiesa. Altri pezzi sono scanalati e fanno pensare ad un riutilizzo come canalette di scolo non meglio collocabili. In un Bar nella stessa corte invece, è posta in bella evidenza una fine lavorazione in marmo di una cornice.
Ora è chiaro che questi manufatti appartenessero ad un enorme edificio caduto in disuso e riciclato in parte o in parte modificato in alcune sue forme. Sorge spontaneo e consequenziale, a questo punto, porre in relazione questi frammenti con l'edificio più iponente nei pressi della corte: La chiesa di San Cristoforo. Essendo evidente che la facciata per il suo stile non può essere riferita al periodo in cui operò Deotisalvi, ma bensi ad un epoca successiva, si potrebbe ipotizzare che molti dei relitti lapidei nei pressi, appartenessero a edificazioni precedenti. Quale potesse essere la forma della facciata primitiva è difficile dirlo. Tuttavia, l'oculo potrebbe essere simile a quelli laterali alla facciata della chiesa di San Frediano. In una casa non lontana, come avevo preannunciato, si trovano poi alcune sculture erratiche di fattura medioevale ed una alto medioevale, oltre a lastre scolpite con stemmi araldici.
La metopa, per la sua semplicità, è senza dubbio da ascriversi ad una fattura alto medioevale simile a quelle visibili nelle chiese della controneria. Sotto questa (vedi foto) si trova invece una lepre di ottima fattura. (dove poteva trovarsi in origine? E chi può dirlo!). Per quanto riguarda lo stemma potrebbe trattarsi di un frammento di lastra terragna che poteva trovarsi sul pavimento della citata chiesa. Quindi tutti questi reperti potrebbero essere stati prelevati dopo in una serie di restauri e modifiche che la chiesa ha subito nei secoli.
Importante credo sia comunque testimoniarne la presenza, sperando di trovare in segito ulteriori tasselli di questa affascinante storia.
G.
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mercoledì 17 settembre 2008
Un inedito: madonna con bambino in terracotta civitalesca
Avevo promesso un inedito ? Eccolo qui. Una madonna con bambino in terracotta dipinta che si trova a Lucca all'interno di una loggia sopra una rampa di scale in pieno centro. Non è male, ma c'è di più. Infatti sulla stessa rampa di scale si trovano dei pezzi erratici in marmo che presumo dovessero appartenere alla chiesa di San Cristoforo prima della sua ristrutturazione risalente al XIII/XIV secolo.
Questi pezzi li mostrerò appena avrò fotografato anche altri pezzi erratici che si trovano sotto gli scantinati di alcuni negozi nelle vicinanze.
Gabriele Calabrese
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lunedì 15 settembre 2008
Lucca: agonia di un affresco superstite
Lucca appare agli occhi di tutti come una città immutata nel tempo. In realtà, come sappiamo, sono innumerevoli le stratificazioni storiche ed architettoniche dei singoli palazzi che costituiscono ciò che definiamo centro storico. Fra sette e ottocento molti palazzi già rimodellati nel cinquecento su precedenti edifici medioevali, hanno mutato in alcuni casi importanti elementi architettonici, (si vedano ad es. i palazzi Tucci e Sardini in via Cesare Battisti) in altri solo gli intonaci esterni. In quest'ultimo caso molti affreschi che decoravano le facciate di alcuni di questi, fra la prima e la seconda metà del cinquecento, sono andati irrimediabilmente perduti (palazzo dipinto e palazzo Bernardi in piazza del Duomo con affreschi di Zacchia da Vezzano).
Oggi di tutti questi affreschi esterni ne rimane solo un esempio ma, se potesse parlare, con flebile voce griderebbe "VENDETTA !!!".
Chi volesse vederlo basta che ponga lo sguardo da sopra gli scalini sul fianco del Duomo al di là del tetto del palazzo Mansi corrispondente al bar Girovita. Vedrà la parte superiore del palazzo Tegrimi con gli affreschi.
Sono quattro riquadri che raffigurano personaggi virili , forse Imperatori o eroi classici. Solo ricerche di archivio potrebbero dare la certezza di una sicura attribuzione.
Roberto Ciardi li attribuì a suo tempo a un certo "Ghirlanda" che eseguì anche affreschi a Pisa nel braccio corto occidentale del Campo Santo monumentale.
Lucca viveva in quei tempi una stagione di grandi rinnovamenti, non solo architettonici, ma anche decorativi. Gli esempi di affreschi interni a palazzi ancora in situ sono numerosi. Primo fra tutti quello del ciclo di affreschi di villa Bonvisi poi Bottini dove, grazie ad una recente ritrovamento di disegni d'archivio, operò il Poccetti (stesso autore che affrescò la grotta del Buontalenti a Boboli).
Gli affreschi del palazzo Tegrimi sono in pessimo stato di conservazione e forse fra un decennio non si vedranno più. Nessuno negli ultimi tempi li ha più presi in considerazione. In un epoca odierna, dove Lucca vede un gruppo di imprenditori edili chiedere di costruire un nuovo stadio per una squadra di calcio locale scivolata in serie D dopo un tracollo finanziario, non c'è certo tempo per pensare al restauro di queste vecchie e cadenti opere ormai rimaste uniche.
Dove sono le belle signore del FAI ? La soprintendenza è troppo occupata per la imponente mostra batoniana ? Puccini o una qualitativamente discutibile statua di Boccherini rendono di più ?
Io posso solo mostrare le foto scattate velocemente quando passavo di li. Ai visitatori di questo articolo il giudizio e "..ai posteri l'ardua sentenza".
Fate un clik sopra le foto; tanto basterà per inorridire.
G.
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domenica 14 settembre 2008
Santa Croce 2008
La processione del 13 di settembre che precede di un giorno la festività della Santa Croce, legata all'immagine del Volto Santo di Cristo, è per i lucchesi da tempo immemorabile la conferma della loro vitalità e unione come comunità alle istituzioni cittadine, religiose e laiche.
Questa festa che ha come scenario di fondo le mille e mille luci di piccoli lumini accesi di fronte alle finestre poste lungo il percorso della processione, offre anche tante occasioni per conoscere le tradizioni enogastronomiche e folcloriche della città di Lucca e del suo territorio.
Offre inoltre la possibilità di vedere quanti lucchesi, emigrati in alcuni casi da generazioni all'estero, pur cambiando lingua e costumi, non abbiano mai dimenticato le loro radici, facendo partecipi i loro nuovi amici ospitanti a questa secolare tradizione. E' in questo senso che mostro le due foto qui inserite. La prima dove il calice con il simbolo della seta (il torsello) e della locale camera di commercio si stagliano sulla chiesa di San Michele. La seconda dove una rappresentanza dei lucchesi in indonesia, vestita con gli sgargianti costumi tradizionali, è in attesa di unirsi alla processione in San Frediano.
Fate clik sulle foto ingrandendole e vedrete che bell'esempio di lucchesità!
G.
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sabato 13 settembre 2008
Tabernacoli di strada
Senza fare troppi discorsi inserisco una sfilza di immagini relative a tabernacoli, marginette, o come si voglia chiamarle, nel centro storico di Lucca.
G.
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venerdì 12 settembre 2008
Immagini di devozione mariana a Lucca (parte 2)
L'immagine della Madonna del soccorso a Lucca, come detto, fu un punto di riferimento per il culto mariano a Lucca. Con l'immagine del bambino protetto dalla Madonna viene poi manifestata concretamente un altra problematica che doveva essere assai più critica ai quei tempi che ai giorni nostri, almeno nell'odierno mondo occidentale. Mi riferisco ai soprusi e alle violenze perpetrate nei confronti dei bambini.
In questo caso il bambino, come narra la leggenda, viene salvato si grazie alla Madonna dalle grinfie del diavolo, ma da un diavolo invocato dal genitore !
Si attribuiscono a questa particolare Madonna di San Frediano anche miracoli e proprietà taumaturgiche.
Iteressante a questo proposito è da menzionare il quadro che si nota a lato dell'afresco citato in San Frediano nella cappella della madonna del soccorso.
E' uno dei più antichi ex voto.
Il quadro raffigura una donna disperata con un bambino in braccio di fronte all' affresco della Madonna del Soccorso. Alla base del dipinto si legge in caratteri in oro la vicenda. Una madre ebrea che viveva con la sua famiglia nel quartiere nei pressi della chiesa di San Frediano, disperata per la morte del suo piccolo bambino, viene persuasa da una donna di portare il corpicino di fronte all'immagine della Madonna del soccorso e questo dopo poco dette segni di vità e si salvò.
A proposito di questo fatto sappiamo poi dai documenti parrocchiali che il bambino fu battezzato così come i genitori, divenendo addirittura in seguito priore della congregazione. La cerimonia dovette avere un rilevanza di altissimo livello visto che i padrini del bimbo furono personaggi di altissimo calibro cittadino come i Cenami e se non vado errato i Buonvisi.
Un evento che fece scalpore quindi, e valse a consolidare ancor di più il potere della chiesa di San Frediano e l'imagine della Madonna in ambito cittadino ed extra urbano.
In questo senso si intende ad esempio la trasformazione di un antica chiesa medioevale detta di San Giovannetto (1047)in via fillungo posta nei pressi della porta di borgo, in un oratorio connesso ad un monastero femminile agostiniano.
Qui si nota la lunetta in marmo dove è scolpita la raffigurazione della Madonna del Soccorso.
G.
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giovedì 11 settembre 2008
Immagini di devozione mariana a Lucca (parte 1)
Una mia collega, Federica Severino, alcuni anni fa, con notevole intuito e capacità, organizzò una serie di piacevoli viste guidate per le strade di Lucca che avevano per titolo: "I Santi all'uscio". Si trattava di visitare angoli nascosti della città dove la devozione popolare per i Santi si era concretizzata in affreschi, dipinti, sculture di varie epoche che rispondevano alle esigenze di devozione più disparate. Un argomento interessante, già studiato da molti peraltro, tuttavia meritevole di essere riproposto anche in questa sede.
Va comunque sottolineato che su tutte le immagini di culto emerge la figura di Maria, madre protettrice del genere umano, madre di tutte le madri, madre di tutti i nostri figli.
Il culto mariano a Lucca è forte sin dal medioevo come in molte altre città italiane. Lo dimostrano non solo le immagini ad affresco o su tavola conservate nelle chiese o nei musei cittadini,o le edicole agli angoli delle strade ma anche e sopratutto la dedicazione di importanti chiese medioevali urbane risalenti al XII secolo come Santa Maria Bianca e Santa Maria Nera.
Nella quotidianetà, tuttavia, il gesto più comune di un segno di croce o l'orazione appena usciti di casa ( L'ave Maria )di fronte alla edicola sacra del quartiere era, sin quasi ai giorni nostri, pratica comune ed anzi dovuta. Sino ai primi del novecento appariva "diverso e blasfemo" chi, passando di fronte a una di queste immagini, non si fosse fermato per inchinarsi o farsi come detto il segno della croce. In questo senso appare esemplare il divertente aneddoto che racconta nel suo diario il tedesco Georgh Cristoph Martini, pittore di qualità e notevole arguzia vissuto a Lucca ai primi del settecento. Egli racconta di quando fu preso addirittura per uno stregone da un semplice contadino solo perchè,lui protestante, incrociando una marginetta con la Madonna, non si era inchinato a pregare come tutti gli altri presenti.
Detto questo, anche il più distratto turista, noterà all'interno delle mura cittadina, non solo la notevole quantità di queste immagini "minori" ma sopratutto l'indubbia qualità di alcuni di questi manufatti. Si pensi ad esempio ad alcune Madonne di terracotta che oggi, alcune di queste attribuite alla scuola di Donatello altre a quella di Matteo Civitali, fanno bella mostra di se al Museo Nazionale di Villa Guinigi. Queste prima di essere spostate, si trovavano sopra le porte di accesso di corti private. Mi è capitato, con mia grande sorpresa, di trovarne alcune ancora in loco, ma pochi lo sanno. Si veda ad esempio la Madonna sopra l'architrave della chiesa di S. Gerolamo nell'omonima via. Altre, se e quando potrò, le mostrerò appena possibile.
Sappiamo da numerose fonti che il culto mariano fu particolarmente diffuso a Lucca come in altri luoghi in Italia, dall'ordine degli Agostiniani.
Gli Agostiniani, gestori sin dal XII secolo della potentissima chiesa di San Frediano, strettamente legata al clero lateranense di Roma, furono i propagatori non solo del culto della Vergine Maria, ma anche di storie e leggende popolari ad essa legate. Fra tutte spicca la leggenda della Madonna del soccorso.
Si narra infatti che una madre (o un padre),nella campagna a nord di Lucca, stanchi delle bizze di un loro bambino lo ammonissero che se non si fosse calmato lo avrebbero dato al diavolo. Questi, senza indugio, si impossessò del bambino. A questo punto, la madre disperata per ciò che era accaduto, invocò l'intervento di Maria. La Vergine apparve brandendo un bastone con il quale scacciò infine il diavolo. La Leggenda ebbe tale diffusione in tutte le campagne toscane che molti sono i luoghi e sopratutto le chiese dove è possibile vedere raffigurazioni dello scorcio del quattrocento sino a tutto il cinquecento, di questo fatto.
Nella chiesa di Montecarlo di Lucca è infatti venerata l'immagine che vediamo per prima su questo blog. Come noto Montecarlo passo sullo scorcio della fine del '400 in mano fiorentina ed è forse per questa ragione che troviamo il dipinto della Madonna del soccorso opera di un maestro fiorentino con chiari influssi Lippeschi. Si noti a questo proposito la postura e le generose fattezze del volto del bambino che si accosta con delicatezza a Maria. Ricordo come altro esempio fiorentino del genere il dipinto in Santo Spirito a Firenze. Si potrebbe forse quindi pensare ad una propagazione di questa iconografia da le campagne appena conquistate alla città di Firenze.
Di diversa impostazione invece l'iconografia lucchese. Fa da immagine di riferimento l'affresco in San Frediano degli inizi del cinquecento (1509?) opera di Giuliano da Pisa, come prova il cartellino trovato nella ripulitura dopo il recente restauro. Anche se probabilmente posteriore ai dipinti "fiorentini", sappiamo come detto, del culto lucchese come precedente a quello fiorentino. La raffigurazione vede sempre la Madonna con un bastone e il bambino impaurito che si accosta sfuggendo dal nero diavoletto che è presente sulla destra della raffigurazione. In questo caso però ciò che colpisce è lo scenario ampio caratterizzato in primo piano da una forzata prospettiva accentuata dal pavimento geometrico a scacchiera e l' architettura classica circostante che, grazie agli archi sullo sfondo, inquadra un paesaggio nei dettagli quasi nordico d'oltralpe.
G.
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domenica 7 settembre 2008
La torre San Donnini. Un salto in un paesaggio arcadico.
E' settembre. Un settembre caldo e afoso. Inconsueto, dopo un estate già calda e senza pioggia. Tutti stiamo aspettando la pioggia. Dopo l'ennesima visita guidata fra le polverose strade e monumeti cittadini, guardo le nuvole all'orizzonte verso i Monti Pisani. C'è un pò di brezza. Vado! Prendo la bicicletta e vado in campagna a cercare qualcosa di nuovo e di ...fresco. Cosa c'è di nuovo per una guida turistica che conosce il teritorio? C'è molto di nuovo, basta cercare. E pedalando mi avvio verso una zona che amo particolarmente. Mi riferisco all'acquedotto ottocentesco detto del Nottolini, colui che lo progettò e lo edificò negli anni 30 dell'ottocento, portando acqua salubre alla città.
E' un percorso, noto ai locali, proprio per il suo fascino. Si tratta di uno stretto stradello sterrato che collega la città ai Monti Pisani, passando sotto le arcate in mattoni dell'acquedotto. Le strade asfaltate sono tagliate fuori, e in un minuto si incontrano i campi aperti della piana lucchese. Finalmente respiro! Dopo una costante e piacevole pedalata, incontrando cascinali, campi, canali, recinti, sbuco sulla via di sottomonte e dopo pochi minuti ho passato Guamo. Nel frattempo mi sono fermato a dissetarmi in una fonte dove la gente fa la fila per riempire bottiglie e taniche di quell'acqua fresca e incredibilmente buona per un ciclista assetato come me. Sulla sinistra riconosco la strada che porta verso la torre San Donnini.
Volto, e in pochi minuti mi trovo solo, contornato da una vasta distesa di campi arati e canali di irrigazione. Non passa una macchina e all'orizzonte si stagliano le Apuane e gli Appenini. Nel mezzo della strada che corre diritta in senso verticale tagliando i campi, c'è la torre cinquecentesca San Donnini. Credo fosse una torre di guardia cinquecentesca in mezzo alle paludi, messa li a controllare territori dove spesso strabordavano nel '500, incursioni di soldataglie fiorentine in cerca di facili razzie alle porte di Lucca. Sulla sinistra scorgo in lontananza sui campi riarsi, un gregge di pecore che pascolano nei pressi di un casolare abbandonato. Ci voglio andare. Percorro uno stradello sterrato che costeggia un canale e dopo cinque minuti di pedalata, scorgo un corpo umano disteso a terra. Nessuno si preoccupi, era il pastore che dormiva placidamente disteso sull'erba. Si sveglia di soprassalto e mi dice: "Vedi, anche loro sentono il fresco. Si sono mosse prima oggi, dopo che le ho ben tosate; e guarda, ancora sono li che se la godono nel campo". Ma dove mi trovo? A Lucca ? Da quanto era che non vedevo un gregge da queste parti? Ma sono nel 2008, oppure in un paesaggio arcadico dipinto dal Guercino? Et in arcadia ego. "Scusi ma dove le tiene le pecore ?" Chiesi al pastore. " Là oltre quelle siepi" " Ma dove si va oltre quelle siepi e quegli alberi?" "Si torna all'acquedotto!" mi dice sorridendo. "Grazie!" gli rispondo contraccambiando il sorriso. Pedalando sullo sterrato mi dirigo verso la vegetazione. D'incanto mi appare un edificio semi diroccato circondato da stupefacenti platani secolari. Lì per lì non capisco da dove si possa passare, ma poco oltre scorgo un ponticello e un arco a mò di porta oltre il quale ci si inoltra in altri stradelli sterrati in mezzo a campi di mais. Mai visto uno spettacolo simile. Dopo un pò incontro fattorie con mucche, animali da cortile e .... mandolati carichi di fieno per le bestie. Alla vista di tutto ciò mi sono emozionato quasi alla commozione. Ma da quanto è che non vedevo da queste parti un fienile che non fosse stato trasformato in un rustico bifamiliare?
Stupendo! Dopo poco raggiungo la strada asfaltata e tutto torna come prima. Ma credetemi questa breve escursione ha funzionato più di cento ricariche energetiche. Ve la consiglio.
Un saluto.
G.
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venerdì 5 settembre 2008
Lucca liberata dalla V° armata alleata
Lucca è stata liberata dalla V armata un'altra volta dopo la lunga estate del 1944.
Questa mattina è entrata da porta San Pietro una colonnna di jeep willies, cingolati e persino un carro scherman, con tanto di soldati di colore con uniformi della divisione Buffalo": i "Buffalo soldiers".
Mi ha fatto uno strano effetto vedere questa rievocazione, quasi quanto il documentario d'epoca dove si vedono i soldati, quelli veri, che entravano dalla stessa porta per poi dirigersi verso piazza San Michele.
Tutte queste immagini in bianco e nero, o a colori come oggi, le avevo già vissute più e più volte nei racconti dei miei parenti che in quel giorno erano li.
In particolare sono impresse nella mia meoria i racconti di mio padre, a quel tempo un ragazzino di 11/12 anni.
La vista di quei soldati dalla pelle scura, alti,incredibilmente ben equipaggiati di tutto punto, gli fecero capire all'istante perchè i nostri soldati italiani non avevano potuto vincere la guerra. Le uniche poche persone di colore che aveva visto nei documentari dei film luce, erano alcune truppe somale, ma niente di più.
Questi soldati che sembravano marziani, passavano equidistanti l'uno dall'altro rasentando i muri e guardando nella direzione dei tetti e delle finestre per il timore di cecchini. Circondati dalla gente e dai bambini che non li lasciavano in pace, svolgevano ora il loro compito di perlustrazione in maniera un pò impacciata e senza tanta convinzione, frastornati da tanta normalità e spontanietà.
Mio padre, andò anche lui per la strada. A differenza di molti altri bambini della sua età, era timido. Gli risultò quindi difficile fare una cosa che molti avevano subito imparare a fare: chiedere.
Si avvicinò ad un soldato col fucile che guardava verso un tetto e chiese educatemente: "Ha delle sigarette?". Era un ragazzino e non fumava. Avrebbe potuto e forse dovuto chiedere caramelle, cioccolato, biscotti. Lui che da quattro mesi non sapeva cosa fosse un pezzo di pane bianco. Invece chiese delle sigarette per un amico di famiglia, il Signor F.,che in quel tempo viveva con loro.
Il soldato lo guardò e tirò fuori dalla tasca della giubba un pacchetto di Camel.
Ancora rosso per la vergogna per quella "coraggiosa" richiesta, ma felice per l'esito positivo, corse subito a casa dall'amico di famiglia, il Sig. F.
Tutto contento ed orgoglioso porse il pacchetto ad F. il quale, dopo un attimo di sorpresa, con estema serietà e quasi con gesti rituali, lo scartò, ne trasse una sigaretta. Dopo averla accesa, in un silenzio ed un tempo che sembravano un eternità, la aspirò con voluttà. Immerso finalmente in una nuvola di piacere che non provava ormai da tempo, il signor F esclamò: "E'finita!".
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A baseball player under the leaning tower
I am a licensed tourist guide in Tuscany and some time I have the opportunity to Know interesting people. Some of them are or were famous people.
The companion of this tourist group told me that the man on the left side in the picture, was a famous baseball player. Even if I was a little italian player of baseball in Lucca, I really don't know who he was.
Is any body able to Know him?
This is like a message in the bottle for the american baseball supporters with a good memory.
G.
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giovedì 4 settembre 2008
Betancourt en Pisa
En unos de los lugares mas emblematicos y representativos de Italia ,hoy a las 10.30 de la manana llegaba a visitar la ultima de las etapas italianas Ingrid Betancour.
El ajetreo y nerviosissmo que se respiraba en el museo de la catedral pisana estaba a flor de piel.
Betancour llego acompanada por su madre y su hijo, despues de haber visitado Francia, Roma con la visita oficial del Papa y Florencia.
"La plaza de los milagros" resplandecia como en sus mejores tiempos, y todos los publicos administradores pisanos corrian de un lado al otro para dejar el mejor recuerdo estampado en una foto.
Durante una ceremonia llena de sentimientos y conmocion le fue otorgada una medalla que representa el premio "mujeres por la soliedariedad" que goza del patrocinio del presidente de la Republica y el de las Naciones Unidas en Italia.
"El premio representa una ocasion para afirmar los valores de la paz, de la tolerancia y del empeno humanitario y civil. Betancour representa un ejemplo de coraje, de lucha contra la violencia y la corrupcion y la afirmacion de la democracia de la libertad .Esta ceremonia tiene el objetivo de mantener viva la memoria, para recordar historias de hombres y mujeres que se parecen y de los cuales se puede sacar un ejemplo que nos hace esperar en un presente y un futuro mejor" Asi afirmaba el alcalde de Pisa frente a la tan ilustre visita.
El senor alcalde de Pisa finalmente, en nombre de todos los pisanos se empeno a" sostener" la propuesta de otorgar el "Premio Nobel por la Paz" a Ingrid Betancourt.
Betancourt agradecio, con sus ojos llenos de emocion los momentos de gran solidariedad que habia pasado en Europa y dijo se llevaria estos recuerdos como si fueran " tantos ramos de flores en su corazon".
Comenzo la visita de la famosa "plaza de los milagros" junto al Arzobispo, Monsenor Betordo?. Acompanado con el soporte historico y cultural de la senora Patricia Diaz Molina, siempre presente durante las innumerables traduciones simultaneas ,durante el homenaje hecho a Betancourt , durante la premiacion de la medalla y durante la visita de caracter cultural de la famosa plaza pisana.
Monsenor Betordo dio una explicacion en clave religiosa ,simbolica y teologica mientras la senora Diaz luchaba entre los innumerables invitados de la municipalidad de Pisa para poder llegar hasta la senora Betancour y poder ayudar en la interpretacion y traduccion de los tantos datos historicos dados por Monsenor. La lucha era desigual las incalculables fotos recuerdos de los diferentes asesores de la municipalidad hacian dificil desplazarce por la maravillosa plaza. la madre y el hijo de la senora Betancourt habian quedado absolutamente postergados por la masa de adminastradores publicos y representantes de las mas importantes instituciones pisanas.
Pocas veces lograron acercarse a su adorada madre e hija para pedir una simple foto recuerdo de la torre, a lo cual inmediatamente las mas altas autoridades pisanas decidian el lugar en donde el alcalde, el vice(completamente sudado por el calor insitente de estos dias), el arzobispo, el representante de la municipalidad....e innumerables otros personajes debian posicionarse.
La foto, la famosa foto recuerdo de la "torre inclinada" quedo como unas de las metas mas dificiles de alcanzar.
Terminada la visita de la plaza se realizo un pequeno cocktel en el patio del museo de la catedral y comenzaron las tantisimas "fotos recuerdos personales" de los tantos asistentes. La senora Patricia Diaz, la cual habia estado presente en cada uno de sus pasos por la plaza pisana decidio tambien sacarse una foto personal con la senora Betancourt y manifestar su orgullo de haberla conocido y de haber podido ayudarla de alguna manera a conocer este bellisimo ejemplo de cultura, en este momento tan importante y significativo de su vida.
Los agradecimientos corrian en todas las direcciones, no faltaban los curiosos que detenian ese momento en una esplendida foto, Mosenor radiante saludo a todos los presentes y Betancour dejo la plaza para dirigirse al aeropuerto y dejar definitivamente Italia.
Los ultimos curiosos rodeaban la zona donde se habia encontrado Betancourt, los periodistas trataban de sacar un poco de informacion a la senora Diaz y a un extrano personaje que habia estado siempre presente durante la premiacion y la visita de Pisa , siempre escogiendo los mejores lugares para escuchar conversaciones, para sacar fotos, para "aparecer" se trataba del senor Gabriele Calabrese (presidente de las guias turisticas de Lucca)que a fuerza de empujones logro obtener mayor informacion de los periodistas que se encontraban en el lugar.
Volvio la routine en la plaza de los milagros y los turistas que mientras estaba Betancourt se habian vuelto locos de emocion, saludando y aplaudiendo constantementre a su paso, volvieron a su actividad cuotidiana sacando los mejores angulos de "la famosa y nunca bien ponderada torre de Pisa".
Ingrid Betancourt a Pisa
Oggi Ingrid Betancourt ha fatto sosta a Pisa a seguito della vista a Roma presso il Papa prima di ripartire per la Francia.
Tocchiamo questo argomento perchè è con grande piacere e soddisfazione che possiamo dire che noi c'eravamo! Eravamo li ha prestare il servizio di guida e traduzione grazie al ottimo servizio prestato dalla nostra collega Patricia Diaz Molina ed ai nostri colleghi di Pisatour. Al di là però della soddisfazione personale, dobbiamo dire che sono stati momenti di intensa e genuina emozione per tutti coloro che erano presenti ai vari momenti della visita.
La Betancourt alle 10,30 ha fatto ingresso dal cancello posteriore del museo della primaziale pisana per incontrare le autorità. Lo splendido chiostro trecentesco che incorniciava come in un quadro d'autore la torre e l'abside della Cattedrale, ha fatto da sfondo alla cerimonia di benvenuto offerta alla donna colombiana simbolo della tenacia, della fede e della pace.
Dopo i rituali saluti del sindaco, Ingrid, ha lasciato uno scritto e ha fatto un discorso pieno di gratitudine nei confronti di tutti coloro che hanno sostenuto la sua causa, al termine del quale non ha potuto trattenere lacrime di commozione.
Il vescovo metropolita, coadiuvato da patrizia ha poi accompagnato l'ospite e i familiari che la accompagnavano in una visita ai monumenti della piazza.
G.
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mercoledì 3 settembre 2008
Testimone di un eccezionale ritrovamento. Mura romane di Lucca
Sfogliavo le foto che stavo catalogando, e mi sono imbattuto in queste fatte nella primavere 2008.
Non ero ancora pratico di blogger e quindi non ho pensato di pubblicare niente.
Rivedendole però, devo dire che la scoperta, avvenuta all'incrocio fra via Guinigi e via dell'Angelo Custode, è veramente eccezionale. A detta degli stessi archeologi (Abela e Ciampoltrini),sono venuto a sapere che questi in realtà non avevano la minima percezione delle reali dimensioni delle strutture fortificate della città di Lucca in epoca quanto meno imperiale. Le foto testimoniano dell'enorme spessore dei conci in calcare bianco che dovevano forse appartenere ad una delle molte torri che si trovavano equidistanti l'una dall'altra a difesa del perimetro murario. E' stata una sopresa per tutti gli archeologi, tanto che Ciampoltrini (locale responsabile per la soprintendenza archeologica della Toscana) ha dichiarato che avrebbe dovuto modificare tutte le pubblicazioni sin qui messe alle stampe.
D'altra parte, chiaccherando informalmente (trattoria da Gigi) con il direttore dell'Archivio di Stato dott. Tori, questi mi diceva che nei documenti medioevali spesso le mura "antiche" in quel tratto venivano menzionate.
Alcuni documenti infatti citano la richiesta da parte dei Guinigi presso gli organi di governo locali preposti all'edilizia, di poter abbattere le antiche mura che fino a quel tempo dovevano sorgere in quei pressi. Quest'ultime forse erano state preservate come un ulteriore ed estrema bariera difensiva in caso di sfondamento di truppe nemiche provenienti dal settore est, sicuramente il più esposto a gli attacchi sopratutto fiorentini.
Si comprende quindi finalmente,perchè Lucca, in epoca di invasioni barbariche, non fosse mai stata conquistata per assalto, ma sempre per contrattazione. Le mura erano imprendibili. Lucca in epoca romana, e sicuramente anche nell'alto medioevo, si poneva, alla luce di questi ritrovamenti, senza dubbio come una delle fortezze cardine nello scacchiere militare difensivo preappenninico.
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martedì 2 settembre 2008
Le chiocciole al sugo. Che passione!
Le riflessioni sulle trattorie che ho pubblicato ieri su questo blog, mi hanno fatto venire in mente un altro saporino antico al quale mi aveva avvezzato mia nonna. Le chiocciole in umido. Le andavamo a cogliere assieme ai miei cugini, d'estate, dopo un forte temporale, e ci divertivamo un sacco. Il processo per farle spurgare era lungo, ma il risultato finale sublime.
Lo so, molti storceranno la bocca e, se mai si fossero fidati delle indicazioni di ieri sulle trattorie , ora non seguiranno più le mie indicazioni. Niente di più sbagliato. Quella delle chiocciole al sugo o in umido è una delle tradizioni locali più antiche.
Il problema è: dove si possono assaggiare ? Una volta esistevano molte trattorie nelle campagne lucchesi che preparavano questo prelibato manicaretto. Anche a Firenze la tradizione c'è. Me lo ha detto il padrone dell'antica trattoria "de i Cambi". Era caldo, la serata era piacevole, i clienti satolli delle enormi bistecche alla fioentina ingurgitate poco prima, ed io ero seduto accanto a lui sullo scalino del locale. "Ma le chiocciole, voi le mangiate?" " Eccome se le mangiamo! Pochi mesi fa il mio cuoco me le ha fatte trovare. Ma per i clienti è impossibile!Quanto la dovrei far pagare una chiocciola cercata a mano dopo una giornata di pioggia?" Saggia domanda che non trovò risposta.
Ricordo comunque una trattoria nei pressi di Guamo, a Massa Macinaia, poco dopo l'acquedotto, che le faceva buone e piccanti, con il peperoncino come piacciono a me.
Qualcuno conosce altri posti dove oggi si possono mangiare?
(Messaggio inviato come in una bottigliaq in mezzo al mare nella speranza che la persona giusta lo raccolga.)La prossima volta vi scrivo la ricetta della mia nonna. E' una promessa!
G.
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