giovedì 18 settembre 2008
Archeologia di "semi-superfice"
Dopo l'inedito della Madonna di terracotta, ecco un'altra chicca. Senza dubbio chi ha avuto modo di visitare Lucca, avrà percorso la via Fillungo, antico cardo della città romana. Avrà notato nei pressi del cosi detto "canto d'arco" la bella facciata con rosone della chiesa di San Cristoforo. Chiesa importante nell'ambito delle chiese romaniche lucchesi, se è vero che su di un pilastro interno si legge inciso il nome di Deotislavi, il celebre architetto che lascia la sua firma nel battistero di Pisa datandolo 1152. Negli scorsi anni sono stati effettuati scavi di riattamento sotto le cantine di alcuni edifici della corte San Carlo che si trova dietro l'abside della chiesa. Grazie a questi lavori sono emersi dei reperti lapidei di notevoli dimensioni. Si tratta di enormi conci di calcare bianco che, per le loro dimensioni e peso, non si sono potuti spostare dal sito (cantine). La fattura di questi conci di marmo (Cave di Santa Maria del Giudice ?) è di notevole qualità. Fra questi si nota un pezzo che potrebbe essere un oculo o finestra circolare di un tempio o di una chiesa. Altri pezzi sono scanalati e fanno pensare ad un riutilizzo come canalette di scolo non meglio collocabili. In un Bar nella stessa corte invece, è posta in bella evidenza una fine lavorazione in marmo di una cornice.
Ora è chiaro che questi manufatti appartenessero ad un enorme edificio caduto in disuso e riciclato in parte o in parte modificato in alcune sue forme. Sorge spontaneo e consequenziale, a questo punto, porre in relazione questi frammenti con l'edificio più iponente nei pressi della corte: La chiesa di San Cristoforo. Essendo evidente che la facciata per il suo stile non può essere riferita al periodo in cui operò Deotisalvi, ma bensi ad un epoca successiva, si potrebbe ipotizzare che molti dei relitti lapidei nei pressi, appartenessero a edificazioni precedenti. Quale potesse essere la forma della facciata primitiva è difficile dirlo. Tuttavia, l'oculo potrebbe essere simile a quelli laterali alla facciata della chiesa di San Frediano. In una casa non lontana, come avevo preannunciato, si trovano poi alcune sculture erratiche di fattura medioevale ed una alto medioevale, oltre a lastre scolpite con stemmi araldici.
La metopa, per la sua semplicità, è senza dubbio da ascriversi ad una fattura alto medioevale simile a quelle visibili nelle chiese della controneria. Sotto questa (vedi foto) si trova invece una lepre di ottima fattura. (dove poteva trovarsi in origine? E chi può dirlo!). Per quanto riguarda lo stemma potrebbe trattarsi di un frammento di lastra terragna che poteva trovarsi sul pavimento della citata chiesa. Quindi tutti questi reperti potrebbero essere stati prelevati dopo in una serie di restauri e modifiche che la chiesa ha subito nei secoli.
Importante credo sia comunque testimoniarne la presenza, sperando di trovare in segito ulteriori tasselli di questa affascinante storia.
G.
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